Cultura e Società

Tomaso Lomonaco, all’aeroporto militare di Pratica di Mare un intero padiglione dedicato a lui

Quando John Glenn giunse in Italia nel 1965 volle subito visitare il Centro Studi di Medicina Aerospaziale e conoscere quegli uomini che con le loro ricerche avevano reso possibili i voli nello spazio di cui lui stesso era stato protagonista quale primo astronauta occidentale in orbita intorno la Terra. Nell’occasione Glenn incontrò il generale medico Tomaso Lomonaco, già a capo del Servizio Sanitario dell’Aeronautica e ritenuto il «personaggio», l’elemento simbolo nella storia della stessa Istituzione. «Erano gli anni in cui la medicina aerospaziale italiana dava un grandissimo contributo alla produzione scientifica mondiale – ci dice Salvino Caltagirone, già generale dell’aeronautica – tanto che a Roma nel ’59 e nel ’63 si tennero due memorabili congressi con la presenza dei più grandi esperti sulla materia. Fu un enorme successo ed un riconoscimento internazionale all’Italia, all’Aeronautica italiana e al generale Lomonaco che di lì a qualche anno avrebbe fondato, divenendone primo direttore, la Scuola di Specializzazione in Medicina Aeronautica e Spaziale dell’Università “La Sapienza” in Roma».

Tomaso Lomonaco nacque a Valguarnera Caropepe (En) nel 1901 da Alfonso e Maria Liuzzo. Dopo la laurea in medicina nel ’24 fece il servizio di leva come ufficiale medico negli Alpini, ma il suo nome resta legato alle successive esperienze compiute nell’Aeronautica, divenuta nel frattempo forza armata indipendente. Lomonaco intuì e sostenne che il pilota, oltre alla perfetta conoscenza della «macchina», doveva essere ben consapevole delle condizioni del proprio organismo durante il volo, delle sollecitazioni cui viene sottoposto e delle tecniche per prevenire o attenuare i disturbi che ne derivano. E su questo basò il suo studio e la sperimentazione scientifica che l’impegnarono per tutta la vita.

«Fu certamente un precursore – continua Caltagirone –, i suoi scritti e le sue pubblicazioni hanno costituito la base per i successivi sviluppi della  fisiologia aerospaziale. E ciò è unanimemente riconosciuto da tutti coloro che si occupano di medicina aeronautica. Un intero padiglione gli è stato dedicato nell’Aeroporto militare di Pratica di Mare ma, nemo propheta in patria, non ha alcuna notorietà nel suo paese natale. Un vulnus da rimuovere. Magari con un convegno, l’intitolazione di un edificio pubblico o altre iniziative di conoscenza che attribuiscano al generale Lomonaco il meritato riconoscimento».

Salvatore Di Vita