Cronaca e Attualità

Protocollo arabi, sottoscrizione avvenuta «senza la prescritta autorizzazione governativa». Spunta la lettera del Ministero al Comune.

«Questa è la dimostrazione che tutti gli atti non erano stati prodotti». Arcangelo Santamaria commenta così il voluminoso plico di documenti recapitatogli dal comune in ottemperanza all’istanza d’accesso avanzata quale portavoce del comitato «No al protocollo d’intesa con gli arabi».
Già con una nota del 16 settembre aveva richiesto gli atti della vicenda esistenti al comune e il successivo 10 ottobre gli era stato spedito l’accordo d’intesa coi sauditi, l’informativa di Pierluigi Bonanno sulla costituenda fondazione per lo studio della civiltà islamica e la lettera inviata dal sindaco alla prefettura e alla soprintendenza di Enna.
Ma il comitato, avendo sentore che c’era dell’altro, non si è accontentato. E con nota del 27 ottobre ha ribadito la richiesta di «tutti i documenti inviati e ricevuti dal sindaco Draià», nonché la certificazione scritta «che non esistono in comune altri atti riguardanti il succitato protocollo d’intesa».
La risposta è dell’indomani: «A integrazione di quanto inoltrato il 10.10.2016, si trasmette la sottoelencata documentazione». Si tratta di tutto il carteggio sviluppatosi con varie entità istituzionali e politiche.
In calce alla lettera di trasmissione c’è pure l’assicurazione del sindaco «che non sussiste altra documentazione agli atti» e che «contrariamente a quanto riportato da alcuni organi di stampa, l’Ente non ha ricevuto in merito alla vicenda in trattazione, nessuna diffida da parte di alcuna Autorità Centrale o Regionale».
Ma «la lettera ministeriale del 14 luglio – continua Santamaria in una dichiarazione concordata con Fabrizio Tudisco, coordinatore del comitato piazzese – evidenzia la leggerezza con la quale i tre sindaci hanno sottoscritto un accordo di caratura internazionale». Infatti, l’estensore della nota – il capo dipartimento degli affari internazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri – sottolinea che «ai sensi della normativa vigente le attività all’estero poste in essere dagli Enti locali, ovvero sottoscrizioni di gemellaggi, lettere d’intenti, atti pattizi in genere […] devono essere comunicate a questo Dipartimento, al Ministero degli Affari Esteri e alla Regione di appartenenza con congruo anticipo. Ciò al fine di consentire la dovuta istruttoria ai Ministeri competenti e le conseguenti determinazioni di competenza». La sottoscrizione del protocollo d’intesa è avvenuta – si legge – «senza la prescritta autorizzazione governativa».
«La leggerezza di questi tre sindaci – concludono Santamaria e Tudisco – ci porta in ogni caso a non spegnere i riflettori su questa vicenda e a vigilare affinché nessun atto ulteriore venga portato avanti».

Salvatore Di Vita