Servizio di medicina sportiva dell’ASP in tilt
Le lunghe attese per le visite mediche di idoneità all’attività sportiva agonistica, oramai da tempo, stanno mettendo in serie difficoltà tutte le società sportive della provincia di Enna, che con la loro presenza consentono di fare sport a qualche migliaio di giovani e meno giovani. Tutti si rivolgono al servizio di Medicina sportiva dell’Asp (Azienda sanitaria provinciale) di Enna, perche’ le società sportive hanno l’obbligo (sacrosanto) di sottoporre a visita medica i propri tesserati. Una volta, per ottenere la certificazione di idoneità all’attività sportiva agonistica, il tempo di attesa era di circa 60 minuti (tempo materiale di effettuare gli accertamenti medici), ora costa, oltre al ticket di 45 euro, per gli atleti maggiorenni, la bellezza di diverse settimane di attesa. Occorre premettere che l’Asp di Enna, ha istituito 4 ambulatori di Medicina Sportiva di cui uno (ad Enna), operante tutti i giorni, mentre gli altri solo un giorno la settimana. Risulta evidente, quindi, come l’ambulatorio di Enna è quello dove convergono la maggior parte delle richieste di visite. Ad Enna, infatti, la lista di attesa supera i 2 mesi, anche a causa dell’attuale sospensione del servizio presso l’ambulatorio di Nicosia, dovuta al guasto di alcune indispensabili attrezzature. Dinanzi a tale quadro, le società sportive sono costrette o a non far competere gli atleti non visitati, proprio in coincidenza con il periodo di inizio di molti campionati o, esponendo a gravi rischi l’atleta e a responsabilità enormi i propri dirigenti, a farli scendere in campo privi di certificazione medica. Ma c’è di più; ad Enna, effettuata la prima parte della visita presso l’ambulatorio sito nella sede dell’ex L.I.P. nella parte alta della città, l’atleta è invitato a sostenere una visita cardiologia presso il relativo ambulatorio di Enna bassa. Quindi, occorre prenotare, scontare la dovuta lista d’attesa (che può essere anche di diverse settimane), effettuare nuovamente l’elettrocardiogramma (e non si capisce perché, dato che già è stato effettuato presso la Medicina Sportiva) e ritirare il referto. A questo punto bisogna recarsi nuovamente ad Enna alta per completare il defatigante iter ed ottenere l’agognato certificato. Se poi l’atleta è un amatore over 40, il passaggio presso l’ospedale di Enna è sostituito da una trasferta ancor più onerosa per effettuare la “prova da sforzo massimale” presso l’ospedale di Leonforte o quello di Nicosia. A causa delle carenze organizzative dell’Asp, in molti si indirizzano verso gli ambulatori privati. Qui, da parte di un dirigente societario, vengono posti inquietanti interrogativi. <<Gli ambulatori privati, certamente condotti da medici sulla cui qualificazione non vi è motivo di dubitare, sono abilitati a rilasciare certificazioni la cui valenza legale sia equiparata a quella rilasciata dal servizio pubblico? E, anche se la certificazione che viene rilasciata dal privato ha un costo inferiore al ticket dovuto al pubblico (ma, di converso, pagano anche i minorenni), come è possibile che la visita nel pubblico richiede circa 45 – 60 minuti per gli accertamenti, mentre nel privato il tutto viene sbrigato in un terzo del tempo? Esiste il rischio di fare svolgere attività sportiva a qualche soggetto che, pur essendolo forse legalmente, non sarebbe clinicamente idoneo? E non dovrebbe essere la stessa Asp, ad accreditare gli studi privati e monitorarne l’attività? E, in ultima analisi, non sarebbe il caso di focalizzare l’attenzione sul servizio di Medicina dello Sport che coinvolge la salute di una parte consistente di popolazione, giovane e non, che dovrebbe praticare attività motoria per star bene e non per finire male?>>.
Arcangelo Santamaria