Per il Tar di Catania le tariffe sui rifiuti sono di competenza dei comuni
Il Tar di Catania dà ragione al comune di Gagliano Castelferrato e torto all’Ato Rifiuti. Per tale ragione esulta il coordinamento provinciale dei comitati cittadini che con il portavoce, Carlo Garofalo, dice: <<Lo abbiamo detto e ripetuto in tutte le lingue: la determinazione del costo del servizio dei rifiuti e la relativa tariffa sono di esclusiva competenza del consiglio comunale, il quale provvede attraverso l’approvazione di un proprio piano economico-finanziario, nel caso in cui non esiste una regolare gara di appalto ad evidenza pubblica. In parecchi- aggiunge Garofalo- hanno sposato la tesi che le delibere dei consigli comunali erano una cosa e il costo effettivo del servizio complessivo un’altra cosa. In parecchi hanno pensato che i sindaci, riuniti in assemblea, potessero modificare il costo deliberato dai consigli comunali. Spesso i Sindaci sono stati invitati a modificare il costo dai 18 milioni ai 22-23 milioni di euro l’anno, non tenendo conto che ciò non era possibile. La ciliegina sulla torta è stata messa dalla commissione di liquidazione, la quale ha proposto ricorso al Tar di Catania avverso la delibera di approvazione del costo del servizio del comune di Gagliano e nei giorni scorsi abbiamo avuto notizia che stessa cosa è stata fatta avverso la delibera del comune di Valguarnera e pensiamo che stessa cosa probabilmente, tranne smentite, sia stata fatta nei confronti di altri comuni. Il Tar ha confermato la nostra tesi e soprattutto la tesi del comune di Gagliano che ha proposto il rigetto del ricorso presentato dall’Ato, esprimendosi e confermando la competenza esclusiva dei consigli comunali per quantificare il costo e determinare la tariffa dei rifiuti>>. Incassato l’ennesimo giudizio a favore, il coordinamento dei comitati, precisa:<<Per amore di chiarezza e verità dobbiamo anche dire ed affermare che i comuni debbono concorrere alla integrale copertura del costo del servizio sostenuto dall’Ato; in pratica se il costo del servizio sfora quanto deliberato dai consigli, i comuni concorrono in maniera proporzionale allo sforamento. In questi anni e dopo la sentenza del CGA del 2009, purtroppo, abbiamo assistito a delibere di contenimento della spesa che non sono state recepite da chi poi è stato chiamato ad amministrare l’Ato e il sistema dei rifiuti; in pratica non sono stati prodotti tagli dello stesso spessore praticati dai consigli comunali, tanto è vero che ben 10 sindaci di questa Provincia si sono rivolti alla Corte dei Conti, paventando un possibile danno erariale a carico dei comuni per la spesa dei rifiuti in provincia che, a detta di chi amministra, supera di circa 5 milioni di euro quanto coperto con le delibere dai consigli comunali. Lo stesso fatto che l’Ato deve ancora approvare i bilanci dal 2008 al 2010 fa sorgere dei dubbi su cosa effettivamente c’è nei conti>>. Carlo Garofalo, continua nella sua denuncia e afferma:<< Tra le altre cose non sappiamo se i commissari liquidatori hanno fatto la ricognizione dei debiti e dei crediti al 31 dicembre 2010, così come richiesto dalla legge di riforma degli Ato e vorremmo invitarli, in tal caso, a rendere pubblica, perché è un nostro diritto, la situazione debitoria reale. Noi continuiamo a ritenere che per garantire una discontinuità con il passato e incanalarsi in un sistema provinciale dei rifiuti virtuoso, basato su efficienza, economicità, riduzione degli sprechi e al contempo iniziando una raccolta differenziata spinta porta a porta, occorre che i sindaci e i consigli comunali deliberino la gestione diretta del servizio, in attesa della riforma e dell’adozione del nuovo piano rifiuti in Sicilia. Solo in questo modo, rimettendo la palla nelle mani di sindaci e consiglieri comunali, anche i cittadini potranno avere più fiducia nel sistema dei rifiuti e collaborare e controllare e al contempo fare il proprio dovere di utenti>>.
Arcangelo Santamaria