Cultura e Società

L’8 marzo festeggiato dal CIF di Valguarnera

Interessante “due giorni” di iniziative per celebrare l’8 marzo, Giornata internazionale della donna. A darle vita, il Centro Italiano Femminile locale, presieduto da Doriana La Delfa, che anche quest’anno non ha lasciato passare inosservato l’importante appuntamento, istituito ufficialmente nel 1977 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per riaffermare e consolidare i diritti delle donne. Entrambe le giornate sono state ospitate nel salone di rappresentanza del Circolo Unione con la conferenza tenuta giovedì 7 da Angela Accascina su “Donna, lavoro, economia”, mentre l’8 marzo è stata la volta di Vittoria Alliata di Villafranca che ha parlato su “Femminismo e sacralità nell’Islam: per il risveglio, insieme, del pensiero mediterraneo”. Entrambe le relatrici hanno messo a disposizione del vasto uditorio il loro vissuto e la loro personale conoscenza, sicché Angela Accascina, insegnante e sindacalista, ha trattato con competenza l’argomento affidatole, incentrando l’attenzione sull’attuale sistema sociale che difetta d’equità a svantaggio delle donne. Vittoria Alliata, giornalista, scrittrice, islamologa e arabista è giunta in paese preceduta dalla curiosità suscitata dal titolo di “principessa di Valguarnera”, trasmessole, insieme a decine di titoli nobiliari, dal padre Francesco, discendente di quel Giovanni Valguarnera, conte di Assoro, che nel 1549 ottenne il privilegio dall’imperatore Carlo V per fondare il paese di Valguarnera nel feudo di Caropepe. Ma Vittoria Alliata è conosciuta sopratutto per aver tradotto giovanissima Il Signore degli Anelli -la celebre opera di Tolkien divenuta la pietra miliare della letteratura fantasy-, per l’intrattenere relazioni con personaggi di mezzo mondo e per i suoi viaggi nei paesi islamici da cui trae alimento la sua passione culturale. Da esperta linguista ha spiegato che il termine Caropepe deriva dall’arabo con il significato di “villaggio del mio amore”, riaffermando quanto già sostenuto dallo storico Enzo Barnabà che riporta l’etimologia comunicatagli  dall’arabista Lorenzo Lanteri: qaryat, che significa “villaggio”, e habibi che significa “del mio amato”. Nel tempo l’etimo Qaryathabibi degli arabosiculi si è trasformato nel Carrapipi dei latinosiculi, rimanendo immutato ancor oggi e fomentando tutta una serie di fantasiose dicerie sul paese e … sui suoi abitanti. 
Salvatore Di Vita