Cronaca e Attualità

Gli operai dell’IPRA di Dittaino presidiano i cancelli dello stabilimento

Presidio all'Ipra 1

Ieri mattina i 67 operai dell’Ipra, l’industria farmaceutica della valle del Dittaino, per i quali dopo 2 anni e mezzo di cassa integrazione, dall’1 gennaio 2013 si prospetta la messa in mobilità, hanno presidiato i cancelli della loro azienda tristemente chiusa per mancanza di commesse. E’ iniziata così l’ennesima “battaglia” per la tutela del posto di lavoro. <<Il presidio davanti ai cancelli dell’Ipra- dicono gli operai- è uno dei primi modi per fare sentire il nostro disagio alla proprietà aziendale e alle istituzioni. Dopo 2 anni e mezzo di cassa integrazione e di speranze di riapertura ci hanno annunciato la messa in mobilità a partire dal prossimo 1 gennaio>>. La chiusura dell’Ipra, che nei momenti più floridi ha avuto anche 100 dipendenti e che iniziò a produrre nelle valle del Dittaino nell’ormai lontano 1992, rappresenta una sconfitta per l’intero territorio ennese, che aveva puntato proprio sulla zona industriale del Dittaino, per rinvigorire la propria economia. Una scommessa persa e certificata da tanti capannoni abbandonati (frutto anche dei finanziamenti pubblici), che sono disseminati nella zona. Mentre gli operai dell’officina farmaceutica, infreddoliti, guardano la loro azienda e quei locali dove hanno lasciato anche i loro effetti personali, contattiamo telefonicamente l’ingegnere Melchiorre Russo, colui che portò l’Ipra nella valle del Dittaino e che l’ha guidata per 20 anni. Ingegnere Russo, i suoi operai sono davanti i cancelli chiusi dell’Ipra e per loro è stata annunciata la messa in mobilità. <<Sono dispiaciuto, perché dopo circa 3 anni di cassa integrazione si è arrivati a questo punto. Sono stati 3 anni- dice Melchiorre Russo- nei quali abbiamo avviato diverse trattative per cedere la proprietà ad azienda del nord Italia. Ma a causa della crisi globale, tutte queste trattative si sono arenate>>. Ritiene che ci siano speranze di riapertura dell’Ipra? << Me lo auguro. Noi continueremo a lavorare il tal senso>>. Ma l’Ipra può essere ancora un’azienda appetibile sul mercato? <<Abbiamo dei macchinari e delle infrastrutture all’avanguardia e del personale con una professionalità altamente competitiva>>. Ma l’Ipra ha debiti? <<Non le rispondo. Lo chieda al dottor Cimino che è il liquidatore dell’azienda>>. Il dottor Salvatore Cimino, al telefono ci dice: <<L’Ipra è un’azienda che ha sia debiti che crediti. Si è arrivati alla messa in mobilità perché si sono esauriti gli ammortizzatori sociali da utilizzare>>. E sulle speranze di riapertura dell’officina farmaceutica, Cimino, dice:<< Se si trova chi è disposto a reinvestire sulla riqualificazione di macchinari e personale, si potrebbe ripartire>>. Per i 67 operai dell’Ipra si prospetta un Natale amaro. Ma il Natale è anche rinascita e loro…vogliono rinascere. Prima di lasciarsi l’azienda dove hanno lavorato per anni ci dicono:<< Giovedì incontreremo i sindacati e venerdì abbiamo un incontro con il deputato regionale del Movimento 5 stelle, Antonio Venturino>>.

Arcangelo Santamaria