Cultura e Società

Il ritorno a Valguarnera di Saro Lo Turco. Artista residente in Africa

Oggi vive e realizza i suoi quadri a Sidi Bou Said, la città degli artisti vicino Cartagine, ma Saro Lo Turco è nativo di Valguarnera Caropepe ed è qui che torna spesso col cuore e la mente, ricordando la sua infanzia siciliana, quando ancora la passione pittorica e i colori magrebini non facevano parte del suo orizzonte di vita.
Ma Saro Lo Turco stavolta è qui di persona. Con una mostra di quadri allestita nella sede museale di Palazzo Prato in occasione delle celebrazioni che si svolgono in paese per il patriarca San Giuseppe. Il suo “Mal d’Africa” lo ha riportato alle origini, e ne parla con calore al pubblico presente, spiegando il fascino che ha esercitato su di lui questa cultura così vicina, ma al contempo così diversa dalla nostra. All’inaugurazione, lo ascoltano e intervengono con interesse il sindaco di Valguarnera Sebastiano Leanza e la presidente del Club Unesco di Enna Marcella Tuttobene, in rappresentanza dei rispettivi enti che hanno dato il loro patrocinio all’iniziativa. Mentre, Carlo Bellone con gli altri responsabili dell’Associazione valguarneresi nel Mondo (che a Palazzo Prato conduce un’esposizione permanente di oggetti etnoantropologici) si sono detti ben lieti di gestire la mostra durante tutto il periodo della sua permanenza a Valguarnera.
Presenti con gli altri anche gli assessori ai beni culturali e alle attività produttive, Eleonora Draià e Giuseppe Profeta. A tutti l’Artista ha evocato il percorso che lo ha portato a scegliere la Tunisia come sua seconda patria. Vi giunse per affrescare una villa, e anche abbastanza di fretta perché a Roma lo attendevano altri lavori, e invece vi rimase capendo d’essersi innamorato di quella terra. Ma Lo Turco prima di conoscere l’Africa, ne ha fatte di cose nel mondo dell’arte. E ne ha fatte davvero tante. Dopo aver conseguito il diploma di Maestro d’Arte a Comiso (dove la famiglia s’è trasferita dalla natia Valguarnera) e quello in scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti a Torino, comincia ad affermarsi negli ambienti della scenografia, della pittura e dell’arredamento, partecipando a numerose rassegne nazionali ed internazionali. Insieme a Ezio Frigerio, cura per il Piccolo Teatro di Milano le scenografie del “Re Lear” e “L’opera da tre soldi” di B. Brecht per la regia di Giorgio Strehler. Realizza le scenografie de “L’uccellino azzurro”, per la regia di Luca Ronconi, e tanti altri lavori con registi teatrali di fama come Pier Luigi Pizzi. Per il cinema realizza le scene del “Trovatore”, inserite nel film “La Luna” di Bernardo Bertolucci. Per la RAI allestisce alcune scenografie delle commedie di Eduardo De Filippo, tra le quali “Natale in casa Cupiello”, “Il cilindro”, “Quei figuri di tanti anni fa”.
Dall’ottobre 2006, dopo la mostra “Una scuola una generazione” che dà il via al “Collettivo BAI” (Bottega d’Arte Ippari) di Comiso, inizia un ciclo di rassegne itineranti e numerose personali di pittura in considerevoli gallerie nazionali che lo fanno conoscere al grande pubblico. Realizza affreschi in diverse importanti ambientazioni italiane ed estere, tra cui anche la Camera dei Deputati di Tunisi.
La mostra “Mal d’Africa, ritorno alle origini di Saro Lo Turco” resterà aperta a Valguarnera, nei locali di Palazzo Prato in Via San Liborio, sino al 1 aprile.
Salvatore Di Vita