Lavoro

Un altro anno di cassa integrazione per i lavoratori dell’IPRA di Dittaino

Concesso un altro anno di cassa integrazione in deroga per i 65 operai dell’Ipra, l’industria farmaceutica della valle del Dittaino, chiusa da circa 3 anni per mancanza di commesse. La pressione delle maestranze, l’impegno dei sindacati, della proprietà aziendale e quello delle istituzioni provinciali e regionali, hanno sortito l’effetto sperato. <<Siamo a metà dell’opera- dice soddisfatto il dottor Giuseppe Cimino, liquidatore dell’Ipra- e questo è solo il primo obiettivo, visto che quale traguardo finale ci siamo prefissi la riapertura dell’azienda>>. Tirano un sospiro di sollievo i 65 lavoratori dell’opificio farmaceutico che, poco prima di Natale, dopo 2 anni e mezzo di cassa integrazione, si erano visti recapitare l’avviso di messa in mobilità a partire dall’1 gennaio 2013. Ed invece, dall’1 gennaio al 31 dicembre 2013, le maestranze dell’Ipra sono state poste in cassa integrazione in deroga. <<Siamo stati la prima azienda in Sicilia- dice Giuseppe Cimino, ad avere approvata la cassa integrazione in deroga. Questo anno di tempo ci servirà per allestire un piano di rilancio dell’Ipra>>. Cimino non esclude nessuna possibilità, per la ripresa della produzione. Si potrebbe continuare con la stessa proprietà che ha chiuso i battenti, ma sono in corso trattative anche con nuovi partner e, infine, potrebbero anche essere gli stessi operai a rilevare l’azienda>>. Alle spalle del progetto di rilancio c’è l’agenzia siciliana di Sviluppo Italia. <<Abbiamo contatti- afferma Cimino- con il dottor Paradiso di Sviluppo Italia. Il progetto di rilancio e in “progress”>>. Lo scorso 7 gennaio a Palermo si era svolto, presso l’assessorato regionale al Lavoro, un incontro promosso dal vice presidente dell’Ars (Assemblea regionale siciliana), il deputato armerino (M5S), Antonio Venturino, che sul tavolo della Regione aveva portato la vertenza Ipra, ennesimo dramma occupazionale siciliano. L’Ipra, che nel suo massimo splendore, nella valle del Dittaino ha avuto anche 120 dipendenti, rappresentando la più grossa realtà farmaceutica dell’Italia meridionale, adesso, in fondo al tunnel vede al luce. 

Arcangelo Santamaria