Lavoro

Previsioni per il dopo “Giudice S.p.a.”

Per il dopo Giudice, potrebbe riaprirsi uno spiraglio. Il gruppo infatti non avrebbe intenzione di mollare la presa e mandare in aria tutto ciò che di positivo è stato costruito in 50 anni di vita, affermandosi come leader dell’industria manifatturiera tessile italiana e riscendo a sfiorare nel 2007 i 10 milioni di fatturato. Una delle ipotesi venuta fuori è lasciare “dormiente” per il momento la “Abival Srl”, 43 dipendenti, una delle aziende della galassia Giudice, per poter ripartire attivamente non appena le condizioni di mercato lo consentiranno. Ad affermarlo lo stesso amministratore della Abival Giovanni Zuccalà. “E’ una speranza, più che altro un auspicio- ha detto-. La crisi del tessile non riguarda solo Valguarnera, ad oggi sono migliaia le aziende del settore costrette a chiudere in Italia per mancanza di commesse. Abbiamo tentato di tenere in vita l’intero gruppo ma i morsi della crisi non ce l’hanno consentito. La Giudice- ha ribadito- non è stata un’industria qualsiasi, ha rappresentato in Italia l’eccellenza nel campo del confezionamento di abiti per uomo, il nostro auspicio è la ripresa della produzione con la Abival. Questa crisi non potrà continuare all’infinito, prima o poi dovrà esserci una ripresa. Tenga conto –ha precisato- che un lavoratore è costato alle nostre aziende 125 euro al giorno, più del doppio che in Portogallo e altre parti emergenti del mondo, dove siamo stati costretti a subire una concorrenza spietata, ma con scarsa qualità dei prodotti. Purtroppo –ha continuato- sono cambiati gli stili di vita degli italiani, oggi non è più il vestito lo status symbol ma l’ipad e l’iphone. E’ questo il principale problema. Il governo italiano ci deve venire incontro con l’abbassamento del cuneo fiscale, con l’allentamento della stretta creditizia da parte delle banche, con il rilancio della competitività del prodotto italiano e del made in Italy. Non è possibile essere strozzati in questo modo. Alla domanda provocatoria se risponde al vero che andranno a riaprire in qualche paese africano ha detto: “Questo è fango che viene messo in giro artatamente, in 50 anni abbiamo dimostrato con i fatti quanto siamo legati al nostro territorio”.

Rino Caltagirone