Cultura e Società

Musica, arte e cultura nello spiazzale della Chiesa Madre

Ricamatrici

Il sagrato della Chiesa Madre, recentemente intitolato a mons. Giacomo Magno, diventa il centro di una triade di eventi inseriti nel più ampio programma dei festeggiamenti in onore del patrono San Cristofero. Si comincia il 21 agosto, alle ore 21, con “Clarinettisti in musica”, un concerto di musica varia eseguito da “Strange Clarinet Quartet” con i maestri Margherita Lauria, Alessandro Gianola, Gaetano Grimaldi e Maria Elena Sciacca. Nel corso della serata saranno eseguiti anche due brani composti da mons. Magno, arrangiati per quartetto da Margherita Lauria e cantati da Sara Bonanno e Paola Marotta. A seguire, una serata danzante con i volontari del Gruppo Unitalsi di Valguarnera. Sempre il 21 agosto s’inaugura la “Mostra Arte & Cultura”, una rassegna di abiti liturgici e ricami d’un tempo allestita nel salone della Chiesa Madre; la mostra resta aperta al pubblico sino al 25 agosto, ricorrenza del santo Patrono. Il 23 agosto, alle ore 20.30, sempre nell’eclettica cornice della Piazza Giacomo Magno, è la volta del “6° Concerto in onore di San Cristofero”, eseguito dagli orchestrali dell’“Associazione Culturale Musicale Giacomo Magno”, diretti dal maestro Giorgio Denaro. Tutti gli eventi sono presentati da Cristofero Bevilacqua, mentre l’organizzazione e la cura delle manifestazioni sta in capo alla stessa “Associazione Culturale Musicale Giacomo Magno”, presieduta da Natascia Vicari, con il sostegno del Comune di Valguarnera.

Notevole il fervore per l’allestimento delle iniziative. I membri dell’associazione si danno un gran da fare, ognuno per la parte di competenza. C’è attesa per la Mostra Arte & Cultura che vedrà esposti pregevoli ricami in seta e oro delle scuole “bocconista” e “canossiana” di Valguarnera. Il clero locale ha messo a disposizione quanto di più artistico e Velo Omerale - Particolaresignificativo è custodito nelle Chiese storiche del paese. Compreso l’istituto del Boccone del Povero che per la prima volta mette in mostra paramenti ottocenteschi realizzati dalle abili mani delle fanciulle, perlopiù orfane, che risiedevano nella Casa d’accoglienza. Tra questi, uno sfavillante completo per messa solenne in cinque pezzi (pianeta, dalmatiche, piviale, velo omerale), perfettamente conservato, di cui al particolare nella foto.

Non da meno i lavori messi a disposizione dalle case private, creati da esperte ricamatrici, spesso provenienti dagli stessi insegnamenti congregali, divenute per lavoro o per diletto ora artigiane, ora decoratrici, ora merlettaie. Ed è un riecheggiare di nomi d’anziane donne, “Sonacampane” (al secolo Filippina Gangi), “zia Sarìna l’argintèra” (Rosaria Prestifilippo) e tante altre. Le “mastre” di una volta, capaci di trasmettere tecnica artigiana, equilibrio, moralità e saggezza “ai figghi fimmini” che a loro venivano affidate.

Salvatore Di Vita