Cronaca e Attualità

Arrivati a Pergusa 34 profughi. 3 sorelle siriane ricongiunte con i genitori che lavorano in Germania

Le 3 sorelle siriane

Pergusa – Adesso stanno tutti bene i 34 profughi sbarcati a Portopalo, che da mercoledì sera si trovano alloggiati presso l’Oasi Francescana Madonnina del Lago di Pergusa, la struttura guidata da padre Antonio Milazzo. Trentaquattro vite salvate dalla morte, prima nei loro paesi di origine (Iran, Iraq, Siria e Afghanistan), poi ai 6 giorni di viaggio in quel mare i cui fondali sono divenuti un autentico cimitero. Presso la struttura ennese sono presenti profughi legati da una parentela tra loro. Per i 34 ospiti (11 donne, 8 uomini, 9 bambini e 6 bambine), è partita una gara di solidarietà. Ieri mattina, frate Antonio Milazzo ha incontrato il prefetto di Enna, Clara Minerva, per chiedere aiuto, visto che i profughi rimarranno a Pergusa per almeno 3 mesi. In questi 3 mesi l’Oasi Francescana Madonnina del Lago di Pergusa, dovrà assicurare le cure sanitarie, l’abbigliamento, i pasti giornalieri, una scheda telefonica mensile di 15 euro e una diaria di 2 euro e 50 centesimi. <<Ho lanciato un appello, oltre che alle istituzioni- dice frate Antonio- anche alla parrocchia e quanti conosco. Sono commosso per gli aiuti che stanno arrivando>>. Diversi i volontari e tra questi alcuni interpreti di lingua araba, che si sono presentati all’Oasi. Tutti gli ospiti sono stati sistemati nelle proprie camere ed una valente cuoca sta lavorando alacremente per rifocillare adulti e bambini che per 6 giorni di navigazione non hanno mangiato e bevuto. Qualcuno di loro, dopo l’arrivo a Pergusa è finito in ospedale, ma la situazione per tutti è sotto controllo. Gente distinta, sfuggita dalla guerra e riuscita a scampare anche a diversi giorni di viaggio a piedi in Turchia, prima di finire sul barcone della speranza, dove gli scafisti hanno gettato in mare i loro documenti di riconoscimento. Ora sono un numero, anche se ognuno di loro ha dichiarato le proprie generalità e dopo avere vinto una comprensiva paura e diffidenza inizia a raccontare la propria storia. Tra tutte quella di 3 sorelle siriane, i cui genitori lavorano in Germania, mentre loro studiavano in Siria. Quando la situazione in Siria è precipitata il padre ha pagato il loro viaggio, prima in Turchia e poi lo sbarco in Sicilia. Quando le tre sorelle sono arrivate a Pergusa, cercavano disperatamente un telefono. Dall’ufficio di frate Antonio hanno rintracciato il padre che lavora a Monaco, per fargli sapere di essere ancora vive. <<Il padre racconta frate Antonio- è immediatamente partito dalla Germania e l’abbraccio con le figlie al quale abbiamo assistito è stata una delle cose più commoventi>>. Adesso e per i mesi a venire all’Oasi francescana di Pergusa, servono alimenti, farmaci, giocattoli, ma anche l’opera volontaria di chi vuole insegnare l’italiano a grandi e piccoli e donare affetto a chi non credeva più di avere un futuro.

Arcangelo Santamaria