Lavoro

Ritorna il rischio di mobilità per il personale dell’IPRA

L'Ipra di Dittaino

Dittaino – Suona nuovamente l’allarme di messa in mobilità per i 67 dipendenti dell’Ipra, l’industria farmaceutica della valle del Dittaino, ai quali era stata prorogata la cassa integrazione in deroga per tutto il 2013, dietro la promessa di un rilancio dell’attività aziendale con la vecchia o con una nuova proprietà. Dopo 10 mesi, invece, nulla è cambiato, e qualche giorno addietro le maestranze hanno incontrato il dottor Giuseppe Cimino, consulente e liquidatore dell’Ipra. <<L’incontro col dottor Cimino- dicono i lavoratori- è stata una doccia fredda, perché dopo 10 mesi di attesa e speranze, ci è stata prospettata di nuovo la messa in mobilità. Un pericolo che avevamo scansato lo scorso dicembre e che adesso, invece, rischia di divenire un’amara realtà>>. Lo scorso 7 gennaio, a Palermo, presso l’assessorato regionale al Lavoro, un incontro promosso dal vice presidente dell’Ars (Assemblea regionale siciliana), il deputato armerino, Antonio Venturino, aveva riacceso le speranze dei 67 operai, provenienti da diversi paesi della provincia di Enna. Dall’1 gennaio 2013, i 67 operai dell’officina farmaceutica sarebbero dovuti essere posti in mobilità dopo 2 anni e mezzo di cassa integrazione e di fermo della loro azienda per mancanza di commesse. Ma poco meno di un mese di mobilitazione e la buona volontà di tutti gli attori di questa vicenda, era stato sufficiente a riaccendere un barlume di speranza, che doveva addirittura fare riaprire i battenti dell’Ipra, che nel suo massimo splendore, nella valle del Dittaino ha avuto anche 120 dipendenti, rappresentando la più grossa realtà farmaceutica dell’Italia meridionale. << I 12 mesi di cassa integrazione in deroga, non saranno un prolungamento del calvario, ma dovranno servire all’elaborazione di un piano di riqualificazione aziendale per un rilancio dell’Ipra, che ancora oggi, grazie al suo patrimonio umano e industriale è un industria farmaceutica all’avanguardia. Si cercheranno nuovi partner da inserire all’interno dell’Ipra>>. Erano state queste le dichiarazioni del dottor Cimino, all’indomani del prolungamento della cassa integrazione in deroga. Alla data odierna, purtroppo nulla è cambiato e per l’Ipra che fa capo all’ingegnere palermitano Melchiorre Russo, si prospetta la definitiva chiusura. <<Pare che nel mese di giugno- dicono i lavoratori- una delegazione provenienti dall’India, abbia visitato lo stabilimento Ipra del Dittaino, perché sembrava interessata all’acquisto dell’azienda. Ma visto quanto prospettatoci giorni addietro, pare che l’operazione non sia andata in porto>>. Gli operai non si tirano indietro ed hanno anche proposto di rilevare parte dell’azienda, investendo il loro Tfr che equivale a circa 1 milione di euro. <<Sarebbe necessario- affermano- che al nostro milione di euro se ne aggiunga almeno un altro di un investitore privato>>. Infine un appello al presidente della Regione, Rosario Crocetta. <<Il presidente della Regione conosce già la vertenza Ipra. Si impegni in prima persona così come ha fatto per Termini Imerese. Anche in provincia di Enna abbiamo bisogno del suo aiuto>>. Nel frattempo, la Cassa integrazione in deroga, dopo i primi 6 mesi, dall80% è scesa al 70% e per gli operai Ipra, è sempre più difficile sostenere le loro famiglie con meno di mille euro al mese.

Arcangelo Santamaria