Cultura e Società

120° anniversario dei Fasci Siciliani. I fatti della rivolta del 1893 paragonati alla situazione attuale.

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Valguarnera – “Non ci sono similitudini tra il popolo dei Forconi e quello dei Fasci dei lavoratori. Ci sono invece drammatiche similitudini tra la situazione economica di fine Ottocento e la situazione economica degli anni duemila che stiamo attraversando”. Esordisce così il professor Franco Amata rispondendo a un interrogativo del sindaco Sebo Leanza che ha aperto i lavori del convegno organizzato dall’Amministrazione comunale di Valguarnera nella ricorrenza del 120° anniversario di quei tragici avvenimenti. “I Fasci siciliani nell’attuale provincia di Enna”: è esattamente questo il tema delle riflessioni svolte dai relatori di diversi comuni dell’ennese, riunitisi nel salone di rappresentanza del Circolo Unione, coordinati dal preside Antonio Vitellaro, presidente della Società nissena di Storia Patria.

Dopo l’intervento di saluto di Vincenzo Emma sindaco di Pietraperzia, è la relazione di Franco Amata a inquadrare il contesto storico della dolorosa vicenda sviluppatasi sul finire del 1893 e nei primi del ’94. Anche allora come oggi, tutto ebbe inizio con il fallimento di una grande banca americana (la Jay Cooke & Company nel 1873, la Lehman Brothers nel 2008), innescando la crisi economica che colpì anche in Europa, coinvolgendo maggiormente le aree marginali e arretrate come la Sicilia, dove la distribuzione della terra e della ricchezza era caratterizzata da rapporti iniqui di tipo post feudale. Ancora Amata, avvalendosi dei dati di un suo studio pubblicato nel 2009, ha fornito al numeroso pubblico presente una “istantanea” della situazione economica del circondario di Piazza Armerina (a quel tempo ricompreso nella provincia di Caltanissetta), raffrontandola con la situazione attuale e rilevandone il cambiamento.

Di seguito è intervenuto Pino Abbate da Assoro che, citando fonti dell’Archivio di Stato di Catania e lo storico locale professor Gnolfo, ha riferito notizie quasi inedite sui tumulti del 24 dicembre 1893 in quel paese. Qui la popolazione, chiedendo a gran voce la diminuzione delle tasse, tentò di assaltare il comune, senza riuscirvi per l’intervento dalla forza pubblica. Riuscì però a incendiare il Circolo dei civili, costituito da quei “galantuomini” ovunque additati come causa delle sofferenze popolari.

Poi, Enzo Barnabà, autore nel 1980 e nel 1998 di due saggi che inquadrano la rivolta dei Fasci a Valguarnera, con ampi cenni sugli analoghi accadimenti nei comuni del circondario. Barnabà ha spiegato le ragioni del convegno, nato da una sua proposta accolta e fatta propria dall’Amministrazione valguarnerese.

Sui drammatici fatti di Pietraperzia ha parlato Andrea Rapisardi facendo una disamina puntuale sulle fazioni locali che ebbero larga parte nell’evolversi della rivolta popolare su cui si abbattè il piombo dell’esercito lì presente, causando otto morti, tra cui un bambino di sei anni, e numerosi feriti.

Infine il coordinatore Antonio Vitellaro ha relazionato sul ruolo dello scrittore e parlamentare ennese Napoleone Colajanni, all’epoca dei fatti deputato nazionale, ancorché tra i leader politici del movimento. Vitellaro, concludendo i lavori della giornata di studi, ha proposto di creare una rete tra i comuni che hanno avuto esperienze significative sui Fasci dei lavoratori, di modo da acquisire ulteriori elementi da divulgare, con cadenze stabilite, in apposi pubblici convegni.

Salvatore Di Vita