Cronaca e Attualità

Medico dell’Ospedale di Enna querelato per lesioni gravissime da 44enne valguarnerese

Valguarnera – Incredibile calvario quello passato da un uomo di Valguarnera, il 44enne Salvatore Morando, assistente capo di polizia penitenziaria, che entrato all’ospedale Umberto I di Enna, lo scorso mese di gennaio per una semplice colonscopia, ha rischiato la vita e ancora oggi porta addosso i segni di quanto sostiene essergli accaduto. Scampato il pericolo, Salvatore Morando, tramite i propri avvocati, Francesco Occhipinti e Gaetana Palermo, ha querelato presso la procura della repubblica di Enna, per lesioni gravissime, un medico chirurgo, in servizio presso il nosocomio ennese. Secondo quanto sostenuto dall’uomo e dai suoi legali, la semplice indagine di colonscopia, durata più di 2 ore, con indicibili dolori e durante la quale gli sarebbe stata asportata una ciste, avrebbe, causato a Salvatore Morando la perforazione dello stomaco. <<Mi hanno rimandato a casa- dice Morando- dicendo che ero esagerato quasi come un bambino. Dopo 2 giorni di dolori insopportabili nel letto di casa mia, sono andato al pronto soccorso sempre dell’Umberto I e qui, solo grazie all’insistenza di un altro medico, tramite una Tac veniva riscontrata la perforazione dello stomaco. Ad operarmi con urgenza, visto che mi rimanevano poche ore di vita, è stato lo stesso medico che aveva eseguito la colonscopia. Ma in sala operatoria accadeva che non riuscendo a prendere l’anestesia, ho sentito il taglio del bisturi al seguito del quale svenivo e contorcendomi in un ultimo spasimo di dolore, mi si frantumavano tutti i denti dell’arcata superiore>>. L’intervento chirurgico salvava la vita all’uomo, ma a quanto pare il calvario non finiva, visto che sul letto di degenza, dopo altre ore di dolore, accadeva dell’altro. <<Dopo altre sofferenze- racconta Salvatore Morando- si sono accorti che non mi era stata aperta la Stomia, una fessura necessaria a fare defluire i gas che lo stomaco fisiologicamente produce. Pertanto è stato necessario un altro taglio (senza nessuna anestesia), per evitare il peggio. Grazie a Dio sono vivo. Ma mi auguro- conclude l’uomo- che nessuno patisca le sofferenze che ho patito io>>.

Arcangelo Santamaria