Cronaca e Attualità

Disboscamento del centro Sicilia. In tanti si chiedono se provocherà danni al territorio.

Un'area disboscataUn'area disboscata e ricresciuta

C’è forte preoccupazione in provincia di Enna ma anche in altre zone limitrofe del centro Sicilia, tra le colline dei monti Erei, dove ormai da qualche anno è in atto una certosina opera di disboscamento di alberi di eucalipto, da parte della società Biomassa che, nella zona industriale del Dittaino, con la legna tagliata, alimenta una centrale che produce energia elettrica. E mentre il camino dell’insediamento produttivo del Dittaino fuma di continuo, tra le splendide colline degli Erei, centinaia di alberi vengono abbattuti, mutando il paesaggio che nel giro di qualche tempo diventa quasi desertico. Diverse le segnalazioni giunte alla nostra Redazione, da parte dei frequentatori di questi boschi, preoccupati per quello che sta avvenendo. Intanto nelle strade di questo angolo di Sicilia, decine e decine di tir, carichi di enormi tronchi d’albero, ogni giorno transitano in direzione Dittaino, per alimentare di materia prima, la bocca infuocata di Biomassa. Ma è tutto in regola? C’è il rischio di un dissesto ambientale con danni al patrimonio boschivo e prossimi problemi di carattere idrogeologico? Gli alberi tagliati sono tutti eucalipti? Noi lo abbiamo chiesto al dottor Nunzio Caruso, direttore del Dipartimento Regionale Foreste Demaniali della provincia di Enna. In pratica il controllore di Biomassa. <<I tagli che sta effettuando la società Biomassa- esordisce Caruso- sono regolamentati da apposito contratto stipulato con il Dipartimento Regionale Foreste Demaniali della Regione Siciliana il 12 marzo 2001 e interessano esclusivamente complessi boscati di eucaliptus>>. Il direttore Caruso, spiega come si è arrivati a questo punto. <<Tale contratto- dice- scaturisce da un progetto e successiva gara d’appalto pubblica, che vedeva l’amministrazione regionale attenta e attiva nella utilizzazione di fonti rinnovabili per l’energia. E’ necessario ricordare che tali complessi boscati erano stati realizzati, negli anni ’60, con lo scopo di avere uno sfruttamento industriale e precisamente dovevano servire ad alimentare di cellulosa le cartiere presenti in Sicilia, cosa che non andò a buon fine>>. Ma allo sfruttamento boschivo si è arrivati lo stesso e c’è preoccupazione per quanto sta avvenendo. <<Posto che si tratta di boschi artificiali di latifoglie con una enorme capacità rigenerativa, giunti ormai a maturità. Questa iniziativa è servita a creare una grossa realtà produttiva, con grossi investimenti sul territorio dell’entroterra siciliano, con la creazione di molti posti di lavoro anche nell’indotto>>. Il progetto prevede la utilizzazione di circa 10 mila ettari di eucalipteti tra le province di Enna e Caltanissetta nell’arco di dieci anni. <<E’ da precisare- rassicura Caruso- che questa attività non comporta alcun impatto ambientale ed ha un bassissimo impatto paesaggistico, tenuto conto che nell’arco di 6/8 mesi la superfice sottoposta ad esbosco si rigenera totalmente con l’emissione di enormi quantità di polloni (germogli) dell’altezza di oltre 2 metri. Questo tipo di utilizzazioni, oltre ad avere prodotto introiti consistenti per la Regione Siciliana, hanno assunto il carattere di interventi silvocolturali su quelle superfici investite ad eucaliptus. Infatti, si è anche constatato un notevole incremento della rinnovazione naturale di essenze autoctone, soprattutto di essenze quercine, oltre alle conifere, proprio per il carattere di pianta pioniera esercitata dall’eucaliptus su un terreno nudo. I tagli- conclude Caruso- favoriscono la crescita della rinnovazione naturale e l’appropriazione del territorio da parte di quelle essenze che vi dimoravano prima del disboscamento degli anni ’40/’50>>.

Arcangelo Santamaria