Riceviamo e pubblichiamo

Alberi si-alberi no.

Cara redazione,

sono uno dei tanti “calidd’ ” (come mi definisce una mia cara amica… Ma si scriverà così? Mi perdoni, Prof. Barnabà) che vive fuori e che segue quasi giornalmente il Vs. sito internet per tenersi aggiornato su quello che succede in (e al) paese. 

Vorrei dire la mia sulla polemica del momento: alberi sì-alberi no. Premetto che, tornando per le ferie natalizie, son rimasto un po’ scioccato nel vedere la Villa Vecchia priva del “manto verde” che la ricopriva. Ma ho anche tirato un sospiro di sollievo e Vi spiego sotto il perché.

Non entro molto nei meriti tecnici del taglio dei pini e dei cedri (quelli che da molti vengono definiti “abeti” ma non lo sono. A Valguarnera c’è un solo abete, che io sappia, ed è -o era- in un’abitazione privata vicino la scuola Mazzini; tra l’altro, il clima valguarnerese è totalmente non adatto agli abeti, essendo piante tipiche di montagna e di climi più freschi del nostro); per me, da alberi monumentali quali erano, potevano (dovevano?) essere lasciati, ma non so se costituissero un pericolo per la stabilità delle mura della villa o, come mi è capitato di leggere, delle abitazioni vicine (?). E’ stato fatto lo stesso anche nel giardino di una casa vicino la scuola media e non mi pare di avere letto di reazioni allarmate da nessuna parte.

Vorrei però dire la mia guardando la cosa dal punto di vista di un biologo ambientale. Quello che ha fatto l’ass. Amato è stato assolutamente giusto. Mi riferisco al taglio degli eucalipti, che anzi, non è sufficiente, perché, nel loro caso, esso non è sufficiente a causare la morte dell’albero, dato che ne stimola la ricrescita. 

L’eucalipto non è una pianta nostrana, ma è totalmente estranea al nostro ambiente. Questo significa che gli animali non sono abituati ad “usarla”. Per fare un esempio è come fare bere a un asiatico del latte. Non sono abituati, la maggior parte di loro non lo fa né lo faranno mai, e se lo facessero, non lo digerirebbero nemmeno. Le uniche specie animali che traggono vantaggio dall’eucalipto sono le api. E basta. Nessun uccello nidifica sugli eucalipti, né tantomeno si nutre dei loro microscopici semi, racchiusi in frutti durissimi. E’ una pianta che impoverisce gli ambienti in cui si trova, dato che succhia un sacco di acqua dal terreno e le foglie, ricche di oli, si decompongono molto lentamente. Basta farsi un giro alla Ronza per notare che, sotto gli eucalipti, a parte un po’ di rovo, non cresce granché. Fatevi un giro all’Altesina, nella parte alta del bosco, dove ci sono querce e lecci, e noterete la differenza. (Tutto questo non vale chiaramente in Australia, dove l’eucalipto è originario ed è alla base di sistemi naturali estremamente più complessi e delicati).

Idem per i cedri (gli “abeti”). Belli sicuramente, ma nel nostro ecosistema siciliano, completamente inutili.

Il fatto di voler piantare alberi e arbusti autoctoni (aceri, “millicucchi”, azzeruoli, biancospini, querce, oleandri, euforbie, ginestre e così via…) porterà invece a un arricchimento delle specie animali -e vegetali- presenti in paese e questo è un fatto positivo. Gli animali sono abituati da millenni di evoluzione a “usarli” e ne trarranno giovamento. Sapete quante specie animali può ospitare una quercia? Solamente di insetti, qualche centinaio. 

Non voglio assolutamente fare il polemico, ma non mi sembra di avere sentito molta gente lamentarsi del fatto che (un paio di anni fa?) in via S.Elena, e non solo, siano “scomparsi” degli alberi dalle aiuole dov’erano piantati… Nè mi sembra di avere sentito lamentele sul fatto che gli alberi siano potati in modo selvaggio, a capitozzo. Questo è uno vero e proprio scempio che non mi è mai capitato di vedere in nessun’altra parte del mondo (a parte a Enna…): a Trieste, nel viale XX Settembre, enormi bagolari (i “millicucchi”) crescono a ridosso delle abitazioni, a pochi cm dalle finestre, e nessuno si è mai sognato di toccarli. Qua a Lipsia molte strade hanno grandi tigli che in primavera, sbocciando, riempiono l’aria di odori e molte specie di uccelli usano questi alberi come “casa”. I tronchi si trovano proprio a pochi metri dall’ingresso delle abitazioni. E’ vero, qui le strade sono più larghe che in paese, ma gli alberi scelti per la via S.Elena (soprattutto alberi di Giuda e oleandri, piantati dalla villa a salire) raggiungono dimensioni modeste e non pericolose per le case anche senza una potatura così drastica.

Non riesco proprio a capire perché da noi avere alberi degni di questo nome non sia possibile. Perché, mi viene da chiedere: gli alberi della Via S.Elena, o i platani davanti la chiesa di S.Giuseppe, che veramente sarebbero potuti essere monumentali, fanno ombra d’estate? Non che io abbia notato. Vengono costantemente ridotti a zero. Ci fanno il nido gli uccelli? Basta vederli ora d’inverno per notare che i rami sono spogli nella maggior parte dei casi.  Senza contare che il capitozzo danneggia l’albero: avete mai fatto caso a come sono rovinati i tronchi?

Un’altra cosa: tutti i nostri locali difensori delle centinaia di specie di uccelli danneggiati dalla ristrutturazione della villa si sono anche resi conto che il numero di uccelli nidificanti in paese d’estate (e mi riferisco ai balestrucci, che fanno il nido a forma di coppa sotto i balconi e i rondoni, detti “runnuluna”, che nidificano nei sottotetti e negli spazi fra le tegole) si è drasticamente ridotto rispetto anche a una decina di anni fa, perché sono state rifatte un sacco di facciate e quindi, distruggendo i nidi sotto i balconi e chiudendo tutti gli spazi fra le tegole e i sottotetti delle vecchie abitazioni, questi uccelli, soprattutto i rondoni, non trovano più posto dove fare il nido e sono costretti a non riprodursi? Mentre invece, all’isola d’Elba e a Londra, il regolamento comunale impone che, nel rifare le facciate, bisogna lasciare dei buchi per permettere a questi uccelli di fare il nido?

Mi rendo perfettamente conto che, in un paese dove purtroppo il disagio sociale nell’ultimo decennio è aumentato a livelli incredibili, dove l’immondizia ci sommerge, dove emigrazione e disoccupazione sono un fenomeno attuale e tragico, questi sono problemi minuscoli e inezie.

Ma vorrei solo che chi ne parlasse lo facesse con cognizione di causa… al di là delle chiacchiere da Canale. 🙂

Un saluto dalla Germania

Antonio Speranza