Politica

Scozzarella sull’lMU agricola

foto Enrico Scozzarella 1Valguarnera – Negli ultimi mesi il dibattito politico per il settore agricolo si è concentrato sull’Imu. Un dibattito interno ai partiti sulla correttezza e sulla sostenibilità dell’imposta, ma che ha coinvolto l’opinione pubblica, a seguito delle manifestazioni organizzate negli ultimi giorni dagli agricoltori, che rischiano seriamente di essere messi in ginocchio e dover chiudere le proprie aziende. Sull’argomento interviene anche il consigliere Enrico Scozzarella sostenendo: «L’Imu agricola è una imposizione prevista, sulla base del valore stimato dei terreni e dei fabbricati destinati all’attività agricola, in sostituzione dei finanziamenti diretti dello stato agli enti locali. Si tratta di un’imposta introdotta dal Governo Monti, cancellata dal Ministro De Girolamo durante il Governo Letta, e reintrodotta da ultimo dal Governo Renzi, a garanzia e copertura della famosa misura del bonus di 80 euro in busta paga per alcune categorie di lavoratori. Si tratta però di un’imposta profondamente errata e iniqua, per molteplici ragioni, a partire dalle modalità di calcolo. Il legislatore determina, infatti, il valore dell’imposta partendo dal reddito imponibile catastale, dapprima aumentato del 25% poi moltiplicato per un coefficiente, diverso a seconda della figura dell’imprenditore e infine applicando a tale valore presunto del bene immobile un’aliquota del 7,6 per mille. Con un piccolo esempio di calcolo si dimostra che partendo da un reddito presunto di 100 euro, si perviene a una tassa pari a 128 euro. Pare quindi evidente che sono stati commessi degli errori». Ha continuato Enrico Scozzarella: «La tassa è insostenibile per il mondo agricolo, perché non fondata sul valore reale dell’immobile, ma su un valore stimato a partire dai dati di reddito catastale, in alcuni casi estremamente datati e riferiti a condizioni reddituali dell’agricoltura non più rispondenti all’attuale. Inoltre il valore dell’Imu è in molti casi superiore all’aiuto al reddito concesso dall’Ue attraverso i fondi della Politica agricola comune, in sostanza annullando totalmente gli effetti delle risorse che ci giungono dall’Europa».

Maria Luisa Spinello