Politica

Animi accesi ai comizi di venerdì scorso

Valguarnera – Scintille venerdì sera, e non poteva essere diversamente, nei due comizi tra la candidata sindaco del PD Francesca Draià e Giuseppe Interlicchia, l’altro candidato, uscito perdente dalle primarie di partito e che si presenta ora con la lista civica “Insieme per cambiare”. Al comizio della Draià erano presenti, tra gli altri, il segretario regionale Fausto Raciti, il deputato regionale Mario Alloro, il sindaco di Assoro Pippo Bertini e di Aidone Enzo Lacchiana. Raciti nel suo discorso ha detto che votare Draià è un’opportunità per il Comune, per consolidare ancor di più il rapporto di fiducia già esistente tra la gente di Sicilia e il partito. Ma ad accendere gli animi ci ha pensato l’avvocato Cristoforo Alessi candidato del PD al consiglio comunale, che ha accusato Interlicchia di scorrettezza per aver abbandonato il partito dopo la sconfitta alle primarie e di mancanza di rispetto soprattutto nei confronti di chi lo aveva votato. La candidata sindaco ha ribadito queste accuse affermando che se fosse stata lei a soccombere, così come le regole e il rispetto per gli altri impongono, lo avrebbe sorretto senza alcuna condizione, invece lui è scappato con il pallone in mano, dopo aver perso la partita. Non poteva mancare poi la stoccata pure per il sindaco uscente Leanza, che si ripresenta per la seconda volta. “E’ arrivato il momento di cambiare aria –ha detto- intendo spazzare definitivamente una politica fallimentare dei “soliti noti” che dura da più di vent’anni.” Draià poi parlando del motivo che l’hanno indotta a candidarsi ha ribadito che è stata la gente a volerla, da quella gente che viene in particolare dal basso e che coltiva un sogno: “ridare dignità al popolo di Valguarnera”. Nel comizio successivo la replica di Interlicchia alla ex collega di partito. “Dica la Draià- ha esordito- da quanto tempo è tesserata nel partito, dallo stesso giorno che si è iscritta alle primarie, quindi cosa può sapere lei del PD? –ha affermato- Ma l’accusa più grave, di fuoco in sostanza, è stata riservata alla dirigenza locale, per il modo di come sono state celebrate le primarie: “Hanno fatto votare- ha detto- tanti minorenni pur di acchiappare voti e che durante la fase di voto l’ingresso del seggio appariva non una sede di democrazia ma un presidio afgano.” E poi ancora: “La mia competitor è stata votata dalla struttura, io dal popolo e c’è una bella differenza.” Potevo ancora rimanere in questo partito? Si è chiesto. Rivolto a Leanza ha detto che ha governato solo l’ultimo mese asfaltando strade e decespugliando banchine a aiuole e che del debito di un milione e 800 mila euro lasciato dalla precedente amministrazione, lui da consigliere comunale ha votato, pur con molti correttivi, lo schema di bilancio presentato dal sindaco. Si attende adesso la replica di Leanza che avverrà martedì prossimo. Riferendosi ai problemi amministrativi ha poi parlato di tasse da rimodulare, di confini territoriali da rivedere, di gestione rifiuti, di traffico cittadino, di commercio.

Rino Caltagirone