Cultura e Società

Migranti a Ventimiglia. Enzo Barnabà mostra il “passo della morte” ai giornalisti. (Video)

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Il Prof. Enzo Barnabà, scrittore, storico e responsabile culturale del nostro sito, da anni residente a Grimaldi di Ventimiglia, mostra a una troupe di giornalisti de “Il Fatto Quotidiano” il famoso Passo della Morte. Una mulattiera che durante la guerra era battuta da ebrei e antifascisti, poi, negli anni Cinquanta da qualche contrabbandiere. “Non ho ancora tutte le carte – dice Enzo Barnabà – ma pare che anche Sandro Pertini abbia usato questa via per scappare”. Barnabà abita proprio al confine con la Francia: “Dalla mia finestra vedo salire tre o quattro africani al giorno”, dice Enzo. Il cammino se di giorno è difficile, di notte diventa pericoloso. Tanto da essersi guadagnato il nome di Passo della Morte: “Tra il ‘45 e il ’55 in questi burroni sono morte 150 persone”. Con la costruzione dell’autostrada e in seguito all’entrata in vigore del trattato di Schengen, quello che Parigi ha sospeso per difendersi dall’esodo di profughi dall’Italia, le piante hanno cancellato il tracciato e il sentiero è finito in disuso. Il Passo della Morte era tornato brevemente in auge nel 2011, anno della Primavera araba, quando fra Ventimiglia e Menton andò in scena il prequel di ciò che sta accanendo oggi. Poi l’oblio, ma quattro mesi fa l’associazione di Mutuo Soccorso di Grimaldi e i Randonneurs (escursionisti) di Menton hanno ripulito il viottolo, mettendoci dei segnali e hanno ribattezzato il sentiero Cammino della Speranza. “Qualcuno ci ha accusato di aver creato un’autostrada per i migranti, ma a noi non interessa. Se i francesi vogliono chiudere anche questa via mettano dei soldati a valle in fondo al percorso”.