Scuola e Università

Raccolta firme per il referendum “Buona Scuola”

Valguarnera – Anche a Valguarnera come in tutti i comuni italiani è stata avviata la raccolta delle firme per indire il referendum contro il cosiddetto decreto «Buona Scuola». L’ufficio preposto è quello elettorale ubicato al piano terra del palazzo municipale, basta recarsi lì muniti di documento di riconoscimento per portare a termine in pochi minuti l’esercizio di un diritto sancito dalla Costituzione: firmare per un referendum abrogativo contro una legge ritenuta ingiusta.

Il quesito referendario è stato depositato in Cassazione e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 18 luglio; la raccolta delle firme è già iniziata lunedì 20.

Serviranno 500.000 firme per arrivare al referendum sulla «Buona Scuola». I promotori, inizialmente pochissimi, si sono moltiplicati durante le manifestazioni di protesta contro la riforma. E ora, costituitisi nel comitato «Leadership alla scuola», stanno conducendo la battaglia per raggiungere l’obiettivo finale. Sono insegnanti,  collaboratori scolastici, personale Ata, i protagonisti della raccolta firme per il referendum abrogativo. E non si lasciano scoraggiare dalla chiusura estiva delle scuole e dal deserto cittadino: il tam tam, infatti, viaggia veloce sui gruppi Whatsapp e Facebook, sui portali web e sulla piattaforma Change.org. Inoltre, i promotori hanno chiesto aiuto alle segreterie provinciali, regionali e nazionali dei sindacati della scuola. E si conta anche sulle associazioni di genitori e studenti e sui partiti politici che quella riforma in parlamento non l’hanno votata.

Il decreto, fortemente voluto dal premier Matteo Renzi e dal PD, ha ricevuto fortissime critiche specie sull’argomento dove si centralizza il potere del preside, come «governante» della scuola. Inoltre, sulla questione riguardante il finanziamento dei privati alle scuole, sono in molti a pensare che gli investimenti dei privati si concentreranno nelle scuole frequentate dai figli di benestanti, mentre nelle scuole disagiate nessuno vorrà investire. Inoltre – aggiungono i promotori, con riguardo al finanziamento alle scuole private – la Costituzione dice che la Repubblica deve istituire scuole pubbliche di ogni ordine e grado, consentendo che queste funzionino al meglio. Solo quando questa condizione sarà soddisfatta, si potrà pensare ai privati.

Presto saranno allestiti dei banchetti un po’ in tutte le città per sollecitare la raccolta delle firme e non si esclude una grande manifestazione in autunno come quella che in maggio ha portato in piazza decine di migliaia di persone.

Salvatore Di Vita