Sport

Massimo Scribano alla “Goldsteig Ultra Race”, una gara lunga 660 km.

Massimo Scribano

Valguarnera – Ci deve essere qualcosa di segreto (prima o poi lo scopriremo), che lega i valguarneresi alle grandi imprese sportive, a quelle off limit, dove sfidi te stesso e il mondo che ti circonda. Dopo le imprese dei fratelli Giorgio e Riccardo Alessi, in ordine di tempo, l’ultima “pazzia sportiva” è quella compiuta da Massimo Scribano, imprenditore del tessile, che ha portato a termine la “Goldsteig Ultra Race”, una gara lunga 660 chilometri con 19mila metri di dislivello positivo e 19mila metri di dislivello negativo nella foresta della Baviera, in Germania. Un qualcosa che, solamente a pensarla, ti gira la testa. <<Spingi i limiti del tuo corpo al massimo, fino al punto di rottura, a patto che la tua mente rimanga cosciente. Io l’ho fatto! Ho spinto il mio corpo oltre i miei limiti, quelli che fino ad ora conoscevo e ne ho creati degli altri>>. Questo il primo commento del super atleta valguarnerese, che racconya la sua impresa e dice: <<Mi ero già iscritto all’edizione dell’anno precedente, quella del 2014. Ero ben allenato, reduce dalla “Transomania”, la gara nel deserto dell’Oman lunga 300 chilometri. Avevo pianificato altre due o tre gare propedeutiche ma, purtroppo o per fortuna il destino ha fatto sentire tutto il suo peso e, con un strappo muscolare alla gamba sinistra durante gli allenamenti, mi ha negato di parteciparvi. Dico “per fortuna” perché non so se, la preparazione di allora, sarebbe stata tale da farmi avere gli stessi risultati ottenuti. Fermo e impotente di fronte a questo divieto assoluto ho visto sfumare la possibilità di parteciparvi. Ma lei è rimasta ad aspettarmi. Sempre nei miei pensieri e nei miei desideri. Dopo avere ripreso a correre, avendo constatato di essere nelle condizioni di potere preparare la gara, mi sono iscritto all’edizione del 2015 e dopo mesi di preparativi eccomi qua, a raccontare la mia Goldsteig>>. Massimo Scribano, oltre ad essere una dalla scorza dura è uno meticoloso che prepara le sue imprese in ogni minimo dettaglio. <<Per capire bene come affrontarla al meglio, a giugno, qualche mese prima, ho partecipato in Germania alla “Wibolt”, una gara da 320 chilometri, con 11 metri di dislivello, lungo il percorso del “Rheinsteig”, il tracciato di hacking che, costeggiando il fiume Reno, parte da Wiesbaden e arriva a Bonn. Da questa gara ne sono uscito distrutto, con i piedi devastati dalle vesciche. Alla Goldsteig avrei docuto correre il doppio>>. La “Goldsteig Ultra Race” segue il tracciato del più lungo sentiero di hacking della Germania, dal quale prende anche il nome. Pianure interminabili e scalate vertiginose, sentieri dal fondo compatto e altri ricavati su spuntoni di rocce e radici. Ruscelli , “oceani di pietre” e fango paludoso. <<Ho sempre saputo che non si trattava di uno scherzo. Non si parla di una gara dove, se hai problemi, se ti senti male, se ti si rompe una scarpa, puoi raggiungerti qualcuno ed aiutarti. La parte più difficile, quella lungo il confine con la Repubblica Ceca è inaccessibile ai mezzi. Durante i preparativi, per cercare d’individuare il ritmo da seguire, come impostare la gara, guardavo i risultati dell’anno precedente. Su 30 partecipanti solo 5 erano riusciti a completare la gara>>. I 45 partecipanti alla Goldsteig, hanno 192 ore di tempo per tagliare il traguardo. Lo start è fissato per il 25 settembre. << É una data importante per me. In famiglia festeggiavamo il compleanno di mio papà ed ero certo che lui mi avrebbe aiutato e guidato>>. E’ stato così. Massimo Scribano ci è riuscito. Nonostante una rovinosa caduta ed un infortunio al ginocchio ha tagliato il traguardo della “Goldsteig Ultra Race”, in 169 ore, terzo dei 17 arrivati. << Sono consapevole di avere portato il mio corpo oltre determinati limiti e sono anche consapevole che man mano che mi spingo oltre trovo la forza di andare avanti dalla mia testa, dalla mia volontà. I miei pensieri alimentano il mio corpo e soprattutto o i miei affetti. Le persone a me più care, i miei familiari e i miei amici sono come carburante. Pensare a loro, avere la consapevolezza della loro esistenza è ciò che mi da forza. Sono stati tutti vicini a me lungo questi 660 chilometri, hanno corso insieme a me chilometro dopo chilometro, mi hanno sostenuto ed aiutato nei momenti di sconforto e hanno gioito insieme a me all’arrivo. Questa è la mia più grande forza. Questa è la mia più grande fortuna e ricchezza: l’immensità dell’amore che mi circonda>>.

Arcangelo Santamaria