Politica

Gestione diretta del servizio idrico, un cammino che non è tra i più facili.

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Valguarnera – Nell’importante seduta di lunedì sera, il cui tema predominante è stato la sopravvivenza degli ospedali di Piazza Armerina e Leonforte, il consiglio comunale ha votato anche all’unanimità, la ripubblicizzazione del servizio idrico. Anche Valguarnera quindi alla stregua di altri Comuni della provincia, chiederà, qualora dovesse andare a buon fine l’iter procedurale richiesto dalla Regione, la rescissione del contratto con il gestore pubblico, per associarsi in consorzio con altri Comuni viciniori. Lo scopo sarebbe quello di assicurare alle comunità un servizio più efficace, più efficiente e più economico. Se poi ci riusciranno è un altro discorso. A farne in paese una battaglia da sempre è stato il Movimento 5 Stelle a cui si sono aggiunti successivamente lo schieramento di opposizione “L’Altra Voce” e l’Associazione politico- culturale “Insieme per Cambiare”. Nei giorni scorsi a tal riguardo l’”Altra Voce” aveva trasmesso al Consiglio Comunale una mozione da votare entro il 19 novembre, termine ultimo stabilito dalla legge. In essa si chiedeva di cambiare verso al sistema idrico e chiudere col passato, per assicurare un “servizio in forma diretta, associata, pubblica e senza finalità lucrative”. Ciò è avvenuto come detto, lunedì sera, col voto decisivo della maggioranza che fa capo al sindaco Draià. In verità saranno ancora tanti gli adempimenti da compiere per rendere completamente pubblico il servizio idrico. Infatti, “al fine di rendere operativa la legge – precisa in una nota il gruppo politico “L’Altra Voce”- la stessa dovrà essere applicata attraverso passaggi e tempi burocratici ben definiti per giungere alla gestione interamente pubblica del servizio idrico integrato, in quanto le norme non prevedono l’automatico ritorno alla gestione pubblica, ma la possibilità di porre in essere una serie di strumenti per raggiungere tale obiettivo. Tra l’altro- aggiungono- qualora si riuscissero a costituire gli istituti previsti nei tempi indicati dalle norme, (sub-ambiti composti da più comuni facenti parte dello stesso ambito territoriale ottimale, che dovrebbero provvedere alla gestione unitaria del servizio), occorrerebbe sciogliere il nodo dei rapporti contrattuali con i gestori privati, che in molti casi, è trentennale, i quali, inevitabilmente, per difendere lo status quo metterebbero in campo ogni risorsa, per il mantenimento di tale situazione”. Quindi il compito e il cammino dell’iter procedurale non è tra i più facili.

Rino Caltagirone