Cultura e Società

Girolamo Valenti, giornalista e intellettuale valguarnerese negli Stati Uniti. Rinnovata la richiesta di intitolazione di una strada

L’associazione “Valguarnera.com” con una lettera a firma del suo presidente, Sebastiano Giarrizzo, torna a chiedere al sindaco l’intitolazione di una strada o di una piazza al giornalista e intellettuale valguarnerese Girolamo Valenti, membro tra i più apprezzati della nutrita colonia italo-americana impiantatasi negli Stati Uniti nella prima metà del Novecento. È la stessa richiesta avanzata anche alla passata amministrazione che, sull’onda di questa e d’altre analoghe istanze, fece predisporre dagli uffici il “Regolamento di toponomastica”, sin’allora inesistente e alla fine approvato dal Consiglio comunale nell’aprile del 2014.

L’articolata richiesta di Sebastiano Giarrizzo tratteggia ampiamente la figura di Girolamo Valenti che, nato a Valguarnera nel 1892  da Gaetano e da Maria Arena, dopo gli studi liceali a Catania si trasferisce in America nel 1911. Qui inizia la carriera giornalistica pubblicando un settimanale a Rochester e prendendo parte a successive iniziative di direzione editoriale. Aderisce alla Federazione socialista italiana intraprendendo, grazie alle innate doti di oratore, una serie d’iniziative politiche e sindacali a sostegno dei candidati socialisti e in difesa degli emigranti italiani. L’ascesa al potere di Mussolini dà a Valenti il nuovo obiettivo d’oppositore accanito del fascismo che esercita con una minuziosa azione di propaganda e di contrasto a mezzo stampa dei tentativi fatti dal regime per estendere la sua influenza sugli italiani d’America. Nonostante minacce e pressioni, Valenti è indomito e nel corso della guerra diventa consulente dell’Office of Strategic Service contribuendo al reclutamento degli agenti d’intelligence per l’Italia. Nel periodo postbellico, durante gli anni della guerra fredda, prende una dura posizione contro il comunismo italiano e accusa Pietro Nenni e il suo PSI di contiguità con il partito di Togliatti legato a filo doppio con la Russia staliniana. Commentatore e opinionista per gli affari italiani, Valenti torna frequentemente in Italia e infine, malato di cuore, muore a New York nel 1958.
Oggi il doveroso riconoscimento del suo paese natìo è chiesto con forza da decine di cittadini – tra i quali gli studiosi Chiara Mazzucchelli, Enzo Barnabà e Pierfrancesco Battiato (che ebbe la ventura d’incontrarlo in uno dei suoi viaggi negli States) – firmatari nel 2012 di una petizione per chiedere l’intitolazione di una strada a Girolamo Valenti.

Salvatore Di Vita