Cultura e Società

Parco minerario Floristella-Grottacalda. Un patrimonio da valorizzare

Il parco  minerarioVALGUARNERA- Sarà il consiglio comunale, riunito in sessione straordinaria, venerdì pomeriggio, alle ore 16,30 a decidere se il comune di Valguarnera dovrà continuare ad essere uno dei partner dell’Ente Parco Minerario Floristella-Grottacalda. Ragioni di spesa, su dettami della Corte dei conti, hanno indotto il governo cittadino del sindaco, Francesca Draià, sul taglio alle società partecipate ed a deliberare, quale atto di indirizzo politico, la fuoriuscita dall’Ente Parco minerario, che sorge a soli 3 chilometri da Valguarnera, sull’asse viario che conduce a Piazza Armerina. Immediata e proveniente da più parti, è stata la levata di scudi a tutela dell’Ente Parco minerario e per la permanenza all’interno dell’ente dal quale, a quanto pare, vorrebbe fuoriuscire anche il comune di Enna che, assieme ai comuni di Aidone e Piazza Armerina e all’ex Provincia regionale di Enna, compone il Cda di Floristella-Grottacalda, al momento commissariato dalla Regione, dopo le dimissioni del presidente, Giuseppe Lupo. Per la permanenza all’interno dell’Ente Parco, attualmente, il comune di Valguarnera, sborsa circa 13mila euro l’anno. Per i sostenitori della tesi della permanenza nel parco dell’ex miniera, quella pagata dal comune di Valguarnera è una spesa irrisoria, dinanzi al valore storico, culturale e ambientale di quello che di recente è divenuto uno dei più importanti geoparchi italiani. Il parco minerario “Floristella-Grottacalda”, negli ultimi anni, oltretutto, ha compiuto diversi passi in avanti, divenendo un polo di attrazione turistica, con la Festa del 1° Maggio, ricevendo scolaresche, ospitando mostre, convegni e commemorazioni di personaggi illustri. Valguarnera, ovviamente, distante solo 3mila metri dal parco, potrebbe trarne beneficio. Ma occorre anche dire che nell’ultimo periodo, su “Floristella-Grottacalda”, sono arrivate nubi minacciosi con segnali di forte disinteresse da parte della Regione che ha lasciato per mesi i dipendenti dell’Ente Parco, senza stipendio e vacante la principale poltrona del Cda, sino al recente commissariamento. Anche alcuni dei comuni dell’ente hanno fatto la loro parte negativa, non versando puntualmente le loro quote di partecipazione e mostrando interesse solo per la nomina dei loro rappresentanti (un posto di sottogoverno di circa 300-400 euro mensili) all’interno del Cda. Poi il silenzio, dinanzi a stipendi non pagati, ad un presidente (Giuseppe Lupo) che andava via evidenziando “anomalie” che minacciavano la legalità ed il controllo di un territorio che era stato sottratto al pascolo abusivo e restituito alla sua popolazione. Quella popolazione che oggi si desta per rimanere attaccata alle proprie radici (quelle della civiltà mineraria), che poi sono anche le radici di quell’albero (l’Ente parco minerario), che se ben cresciuto potrebbe dare splendidi frutti. Vale la pena restare a “Floristella-Grottacalda”, ma non per continuare a riscaldare una minestra divenuta insipida, ma per rendere questo polmone verde al centro dell’Isola, il nuovo volano di sviluppo di una economia che ha impellente bisogno di nuove vie di crescita.
Arcangelo Santamaria