Politica

Il Sindaco risponde alla diffida della Leonelli

Finita la Festa, riaffiorano le ruggini e si riaprono vecchie ferite. Floristella, con tutto il suo splendore ambientale, domenica scorsa ha aperto le porte per la festa del 1^ maggio. Mostre, convegni, visite guidate e concerto finale, hanno scandito magnificamente l’intera giornata, ma le polemiche sulla fuoriuscita del Comune di Valguarnera dall’Ente Parco, non si assopiscono. Anzi! Nei giorni scorsi in molti, senza alcun successo, avevano chiesto alla Giunta Comunale la revoca in autotutela della delibera comunale, votata un mese fa dalla maggioranza consiliare. Per primi a chiederla, il comitato civico “giù le mani da Floristella”; poi è stato il turno del commissario dell’Ente Parco Daniela Leonelli, che ha dato al Comune 10 giorni di tempo, pena un ricorso al Tar; in ultimo, il gruppo politico di opposizione “L’Altra Voce” che ha chiesto a tal riguardo un consiglio straordinario. Ma a far più rumore è stata la nota del commissario Leonelli, che il sindaco Francesca Draià non ha molto gradito: “Avevamo concordato col commissario- afferma il sindaco- la convocazione di un tavolo tecnico con gli altri Comuni aderenti e cioè Enna, Piazza Armerina e Aidone, per discutere sul futuro dell’Ente, invece, probabilmente perché sollecitata dal comitato civico, mi ha notificato una nota con la quale mi chiede la revoca immediata dell’atto deliberativo, pena l’impugnativa al Tar. Alla Leonelli avevo spiegato che la delibera consiliare non era altro che un mero adempimento richiesto dalla Corte dei Conti che non potrà mai produrre effetti giuridici senza un intervento legislativo regionale e che in ogni caso la nostra volontà è rimanere all’interno dell’Ente. Ma evidentemente non sono stata chiara. Adesso, un eventuale ricorso al Tar- fa notare- produrrebbe una spesa del tutto inutile che ricadrebbe non solo sul comune di Valguarnera, ma anche sullo stesso Ente Parco e sugli altri soci.” Ma a mettere altro fuoco sulle ceneri è il presidente del Consiglio comunale Enrico Scozzarella, che alla richiesta di revoca della delibera presentata dal comitato civico, come a voler disconoscerne la paternità, ha chiesto loro: se hanno una sede legale e dove è ubicata; se hanno uno statuto registrato; chi è il legale rappresentante del comitato; a chi inviare eventuale comunicazione Pec ed email. La risposta del referente Angelo Bruno non si è fatta attendere: “Questa amministrazione- ha dichiarato- dimostra ancora una volta il tentativo di voler dividere il paese tra chi sta con loro e chi ha ancora il coraggio di lottare per la propria comunità. Questo non è uno schiaffo al comitato, ma uno sfregio alla democrazia e all’intera comunità.” Non di meno attraverso una nota, il gruppo consiliare “L’Altra Voce”: “esprimiamo stupore e sdegno sulla nota inviata dal presidente dal consiglio. L’utilizzo ferreo delle regole è usato come arma per intimorire, rallentare e/o delegittimare la volontà di un comitato spontaneo nato da un’assemblea pubblica che ha visto protagonisti più di 100 partecipanti. Siamo altresì parecchio rammaricati- continuano- perché nessun consigliere della maggioranza ha voluto apporre la propria firma sulla richiesta di convocazione urgente e straordinaria del consiglio comunale nonostante qualcuno di loro abbia espresso simpatia per l’iniziativa in incontri informali. Questo non indica una maggioranza compatta ed unita su un’idea politica, ma solo la mera esecuzione di ordini di tipo militare! Il gruppo consiliare solidarizza con il comitato e lo ringrazia per il lavoro che sta facendo.”

Rino Caltagirone