Cronaca e Attualità

Centro Islamico, nell’accordo manca la firma del “benefattore”.

C’è un che di riservatezza da parte dei vari attori interessati alla vicenda dell’«Accordo d’Intesa» per la costituzione di un centro culturale islamico, di una moschea e di altri investimenti per un valore iniziale di trenta milioni di euro nei comuni di Valguarnera, Aidone e Piazza Armerina con il coinvolgimento della Soprintendenza ai Beni culturali di Enna.
Il primo a prendere le distanze dopo il nostro articolo di giovedì scorso è stato il soprintendente Salvatore Gueli che ha fatto sapere, per interposta persona e senza aggiungere altro, di non aver firmato alcun protocollo con arabi e sindaci. Ed in effetti la sua firma non compare accanto al suo nome dattiloscritto insieme a quello dei sindaci Francesca Draià, Vincenzo Lacchiana e Filippo Miroddi che, loro sì, hanno sottoscritto l’accordo apponendovi il timbro dei rispettivi comuni.
Il fatto è confermato dalla stessa Draià che ha tenuto a farci conoscere la posizione del Soprintendente, aggiungendo che l’accordo è da considerarsi piuttosto una «presa d’atto di cose eventuali e tutte in divenire. Non c’è niente di certo – aggiunge – e allorquando ve ne dovessero essere provvederemo ad emanare un comunicato congiunto con tutte le parti interessate».
Silenzio si registra da Aidone, mentre altrettanto riserbo sembra rilevarsi in Pierluigi Bonanno – un passato da archeologo, oggi impegnato in altre attività al Nord – indicato in seno all’accordo quale direttore operativo delle opere che dovrebbero svolgersi sotto la supervisione di Ahmed Saeed Badrais, l’emissario governativo saudita che, anche lui, pur indicato nel testo dell’accordo nonché protagonista principale dell’operazione, non lo ha sottoscritto. Stranezze. E irritualità della formula giuridica utilizzata che – come sostengono in molti – per la rilevanza dei temi trattati necessiterebbe di ben altre procedure autorizzative.
Intanto, resta sconosciuto l’ispiratore e, se c’è, il beneficiario del documento che, non sconfessato da alcuno, impazza nel web alimentando le congetture più disparate. «Una cosa molto seria o una cosa molto comica», secondo autorevoli commentatori politici locali. Propendendo decisamente per la seconda di queste ipotesi.

Salvatore Di Vita