Cronaca e Attualità

Continua la smentita sul protocollo con gli Arabi. Il Sindaco di Valguarnera: “Nel nostro Comune moschee non se ne faranno e tengo a dirlo a chiare lettere”

Valguarnera
“Moschee a Valguarnera non se ne faranno!” Parola di sindaco. Francesca Draià inoltre, smentisce categoricamente che ci sia già un accordo sottoscritto con gli arabi per il centro islamico da realizzare nelle città di Valguarnera, Piazza Armerina e Aidone, che prevede pure la costruzione di alcune moschee. Gli investimenti arabi contemplerebbero infatti, circa 30 milioni di euro solo nella prima fase. Ma nonostante la smentita della Draià, in giro circola da parecchi giorni un protocollo d’intesa con tanto di firme e di bolli comunali dei tre sindaci interessati. “Con gli arabi- afferma Draià – non abbiamo firmato alcun accordo, ma solo un preliminare, una presa d’atto su ciò che vogliono realizzare, che non presuppone alcun atto concreto. La loro è solo una proposta che deve passare prima al vaglio della soprintendenza, degli assessorati regionali competenti e poi dei Comuni interessati, saranno solo questi organi alla fine a dare il sigillo definitivo. Nel nostro Comune- precisa il sindaco Draià- moschee non se ne faranno e tengo a dirlo a chiare lettere”. A darle manforte su questo argomento, c’è pure il presidente del consiglio Enrico Scozzarella, presente durante l’intervista. Ma proprio quel protocollo d’intesa firmato l’8 maggio scorso dai tre sindaci, Francesca Draià per Valguarnera, Filippo Miroddi per Piazza Armerina e Enzo Lacchiana per Aidone, con il dottor Ahmed Saeed Badrais, in rappresentanza del Governo Saudita, sta diventando un vero tormentone. Protocollo che prevede la costituzione del “King Salman Cultural and Architectural Islamic Arabic Center” ovverossia una fondazione culturale islamica e tante altre opere, compreso moschee, che richiamano la civiltà musulmana, in cambio delle quali nelle casse dei tre Comuni entrerebbero solo nella prima fase ben 30 milioni di euro. Una cifra enorme che darebbe ossigeno alle economie locali. Il progetto prevede infatti tre fasi: nella prima, oltre la costituzione della fondazione, ci sarebbero l’acquisizione di immobili da ristrutturare per centro conferenze, l’acquisizione del Castello dei Gresti e della moschea di Aidone. Nella seconda si passa invece, alla fase esecutiva. L’istituzione di un campus universitario e la costruzione di una moderna moschea proprio a Valguarnera, che sarebbe la più grande dopo Roma, a seguire la costruzione di un campus universitario, il restauro della moschea di Aidone ed Enna, del Castello di Gresti, oltre a campagne di scavo. La terza fase è quella a cinque stelle, ovverossia la costruzione di un albergo di lusso, la trasformazione del campus universitario in università privata e l’acquisizione di un campo fotovoltaico da 5 MW. Lungimirante il progetto se non fosse per i forti timori che la gente nutre. Le tre comunità sono infatti divise: per molti è una opportunità, per altri un rischio. Trenta milioni solo per la fase iniziale, sarebbero sicuramente tanti, di certo- dicono in tanti- a caval non si guarda in bocca, ma i rischi o le opportunità, dipende dai punti di vista, di una massiccia presenza araba nei territori ennesi, con tutte le conseguenze del caso, sarebbero tanti. Chi è favorevole afferma che in un momento di crisi profonda, siano i benvenuti chi vuole risollevare l’economia. I contrari invece sostengono che gli arabi farebbero di questi territori un’enclave musulmana, un punto di riferimento nell’Isola per migliaia di musulmani che potrebbero costituire un rischio serio, oltre a condurci indietro nel tempo di duecento anni. La joint-venture con gli arabi- secondo alcuni quotidiani nazionali- sarebbe avvenuta a Milano durante Expo, promotore l’imprenditore valguarnerese Gioacchino Arena. “A noi la proposta è venuta dal dottor Pier Luigi Bonanno che ha all’attivo delle pubblicazioni sull’archeologia del territorio valguarnerese- asserisce senza indugio il sindaco Draià- il resto non mi interessa, se ci sono accordi di altro genere non me ne importa nulla”. Sindaco 30 milioni sono tanti, ma è giusto come sostengono in tanti, venderci per trenta danari, quando invece sarebbe più opportuno attingere a finanziamenti comunitari? “Noi non siamo in vendita e non intendiamo svendere i nostri beni, i finanziamenti comunitari sono un’altra cosa, la nostra amministrazione ha già attinto a questi finanziamenti e continueremo a chiederli”. Sulla polemica che imperversa sui social network , per non essere stato coinvolto il consiglio comunale- il sindaco conclude- “Anche questo è falso. Ho convocato una commissione di capigruppo qualche giorno dopo la firma del preliminare, quindi il consiglio è stato investito della situazione e non è vero il contrario. Prometto solo che prima di prendere una decisione in merito coinvolgerò i cittadini, saranno loro ad indicarmi la strada da percorrere”.

Rino Caltagirone