Politica

Le forze dell’ordine lo fanno uscire dall’aula durante la seduta del Consiglio Comunale. Angelo Bruno scrive al Presidente Scozzarella e al Prefetto

Ad assistere all’ultima seduta del Consiglio Comunale, quella che doveva trattare il protocollo d’intesa con gli arabi, per intenderci, c’era un pubblico numeroso. Tra il pubblico anche esponenti di rilievo della politica locale. Era come inevitabile, ad un certo punto, sentire dalla zona del pubblico un brusìo, quasi come per dissenso, in alcuni momenti del dibattito, provocando la reazione del Presidente Scozzarella, che ha pregato le forze dell’ordine di rimettere ordine tra il pubblico. Le persone individuate che sono state invitate ad uscire a seguito di questo provvedimento sono state Marco Rizzone, Gabriele Leanza e Angelo Bruno. Quest’ultimo ha scritto al Presidente del Consiglio Comunale e per conoscenza al Prefetto:

Caro Presidente,
durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale consumatasi giorno 26 settembre 2016, si è scritta una delle pagine più buie e vergognose della nostra comunità, dal punto di vista politico e soprattutto dal punto di vista sociale.
L’idea di democrazia, che dovrebbe appartenere a tutti i civici consessi, purtroppo è ben lontana dal nostro, che negli anni è stato sicuramente teatro di accesi dibattiti e scontri tra le forze politiche ma non era mai stato luogo di propaganda a servizio di chi sa solo imporre la legge dei numeri.
Chi Le scrive è un cittadino libero, preoccupato per la libertà e la democrazia della nostra città, con molta probabilità portavoce di quella grande parte della nostra comunità che non intende più accettare la prepotenza, l’arroganza e la maleducazione istituzionale di chi è stato legittimato al governo.
Nella seduta di giorno 26 in un’aula consiliare gremita di cittadini, durante il dibattito sul punto n. 6 dell’o. d. g., riguardante la delicata tematica del progetto di islamizzazione del nostro territorio, perché solo in questo modo può essere definito, il pubblico dissentiva alle tante non verità enunciate con un brusìo di fondo provocando il Suo intervento verso le forze dell’ordine, invitandole a riportare l’ordine in aula come da regolamento.
Come Lei ben sa, subito dopo la Sua azione, senza alcun giustificato motivo, tra la moltitudine di persone presenti, venivano individuate da parte dei vigili solamente due persone tra cui lo scrivente, obbligandoli ad abbandonare l’aula con lo stile dei classici regimi autoritari, violando tra l’altro i sacrosanti diritti di liberi cittadini.
Tutto questo avveniva provocando lo sgomento della platea compresi gli agenti della Polizia di Stato, che con grande cortesia hanno invitato il sottoscritto a rientrare in aula evidenziando in questo modo se non l’abuso sicuramente l’inspiegabile trattamento ricevuto.
Una cosa me la chiedo Sig. Presidente, con questo modo di procedere dove andremo a finire. Dove andrà a finire la libertà dei cittadini che hanno tutto il diritto di presenziare ai lavori del consiglio comunale, e dove andrà a finire il ruolo delle istituzioni del nostro paese.
Lei, sig. Presidente, seppur eletto in una compagine politica che ha vinto le elezioni, e scelto dalla stessa a sedere sullo scranno più alto del Consiglio, non può venir meno al Suo ruolo di Arbitro super partes.
Pur avendo grande rispetto delle istituzioni e della Sua persona in quanto uomo devo dirle che Lei ha indossato la casacca del governo cittadino dimenticando, forse, i doveri di un presidente di un Consiglio Comunale, non potendosi limitare ad essere il Presidente ad esclusivo appannaggio della Sua maggioranza, dell’amministrazione comunale e di pochi altri cittadini satelliti.
Lei, sig. Presidente, conosce la mia onestà e chiarezza e per questo motivo non posso non manifestarle la mia delusione, in quanto non riesco a non vedere una premeditazione e una scelta politica nell’episodio che mi ha visto coinvolto.
E’ chiaro a tutti i cittadini che lo scrivente è stato allontanato solo ed esclusivamente per la sua manifesta attività politica in evidente contrapposizione all’attuale amministrazione comunale.
Il mio è un pensiero che credo non si discosti dalla realtà, penso sia stato fatto di tutto in questi 15 mesi per mettermi a tacere, per farmi smettere con le battaglie contro una gestione amministrativa che non condividerò mai.
Presidente, fatti similari si sono già verificati, interessando sempre ed esclusivamente cittadini che pensano con la loro testa e che per pura coincidenza esprimono una politica, anzi, un modo di fare politica lontano da quello della maggioranza e dell’amministrazione.
A conclusione Le chiedo il Suo parere sull’accaduto ma soprattutto il perché del Suo mancato intervento utile ad evitare una palese ingiustizia. Le scrivo affinché rimanga negli archivi storici del nostro comune, traccia di uno dei momenti più bui e bassi della vita democratica di Valguarnera.
La Sua risposta non è una mia esclusiva esigenza, ma rappresenterebbe motivo di distensione nel preoccupato sentimento cittadino.
Ad oggi posso onorarmi della solidarietà di gran parte della nostra comunità e di quella parte politica valguarnerese che ha ancora a cuore la nostra democrazia e la libertà di tutti i cittadini.

Valguarnera, 28 settembre 2016

Cordialmente

Angelo Bruno