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Massimo Scribano supera la sfida della Transpyrenea: “Questa prova è riuscita a sbattermi in faccia tutta la sua selvaggia potenza”

Transpyrenea, una gara lunga 870 chilometri, con un dislivello positivo e negativo di 65 mila metri. E’ questa l’ultima impresa compiuta dall’imprenditore valguarnerese, Massimo Scribano amante della corsa a piedi e delle sfide estreme. Scribano era tra i 300 partecipanti alla grande traversata dei monti Pirenei, dal mare Mediterraneo all’Oceano Atlantico, da percorrere a piedi, in semi auto-sufficienza, in un tempo massimo di 400 ore, poco più di 16 giorni. Anche questa volta, Massimo Scribano c’è la fatta. Partenza da “Le Perthus” e arrivo a “Hendaye”.  <<Un’avventura, un viaggio, un’impresa storica, preparata – racconta Scribano- e pianificata da circa due anni nei minimi particolari; una avventura che ha strappato via con forza brutale ciò che alimentava dentro di me la passione per questo sport. Non so esattamente perché, ma è proprio ciò che è accaduto. Lentamente, giorno dopo giorno, mi ha logorato dentro, smontandomi pezzo dopo pezzo mentalmente e fisicamente>>. Massimo Scribano, ha  ancora una volta battuto se stesso. <<Durante i 16 giorni in cui hanno governato le sue leggi, questa prova è riuscita a sbattermi in faccia tutta la sua selvaggia potenza. Come un uragano si è abbattuta su su di me: caldo torrido, pioggia incessante, umidità, grandine, vento forte, nebbia fango scivoloso, rocce taglienti, strapiombi infiniti. Giorno dopo giorno, istante dopo istante, mi ricordava che ero solo un ospite e che, come tale, dovevo stare al mio posto>>. Ma come si fa a sopravvivere? <<Sono partito con un zaino dal peso di 10 chilogrammi. All’interno, tutto il materiale obbligatorio: cibo, 7.000 Calorie (avrei potuto rifornire lo zaino ogni 200km circa con altre 7.000 Calorie), molta frutta secca, qualche gel, biscotti, carne essiccata, marmellata, miele, latte condensato, caffè istantaneo e zucchero; 2litri. d’acqua, filtro e compresse chimiche per purificare l’acqua; kit medico, fornellino, rete copri viso, sacco a pelo, copri sacco a pelo e materassino; coltello, bussola, fischietto e specchietto; giacca e pantalone impermeabili, poncio, giacca in pile e guanti; telefono cellulare, due lampade frontali, un segnalatore luminoso,  un gps, un localizzatore satellitare e una montagna di batterie>>. Massimo Scribano è uno di quelli che adora madre natura e dice:<< Ho affrontato questa sfida con molta umiltà, avendo rispetto di ogni pezzettino di suolo calpestato. Sin dal primo giorno, quello della partenza, la Transpyrenea ha dettato le regole. La prima salita, in direzione del “Pic des Salines” mi sono fermato 4 volte, sdraiandomi a piedi all’insù. Non so se per l’eccessivo caldo o per il repentino cambio di altitudine. Iniziata la discesa è stato come volare>>. Poi i giorni successivi, con i piedi devastati dalle ferite e le automedicazioni. La compagnia di altri atleti, per superare insieme i  momenti di difficoltà. << Ho corso i primi giorni con Johan, un campione proveniente dalla Svezia. Lo conoscevo già da prima, perché fu il vincitore della Transomania, la gara nel deserto dell’Oman alla quale partecipai nel 2014>>. Passo dopo passo, dopo 16 giorni è arrivato il traguardo finale che ha iscritto Massimo Scribano (made in Valguarnera), nell’elenco dei pochi uomini al mondo capace di una simile impresa.

Arcangelo Santamaria