Cultura e Società

Vincenzo Telaro sulla questione migranti

L’ipotesi di arrivo in paese di 20 richiedenti asilo e rifugiati, oltre che la cittadinanza, ha aperto il dibattito anche tra gli attori del mondo politico istituzionale cittadino. Il primo ad esprimere un opinione in merito è il presidente del consiglio comunale, Enrico Scozzarella. << Ritengo ed invito tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale a fare fronte unico nell’interesse della collettività, affinché le scelte politiche scellerate fatte in Europa e dal nostro governo centrale non si ripercuotano sui valguarneresi. Già il nostro territorio- aggiunge Scozzarella- è martoriato per l’alta percentuale di disoccupazione che è la più elevata d’Italia. Voglio precisare che tale imposizione è frutto di decreti legislativi che siamo costretti a subire. Spero e auspico che questa vicenda non sia oggetto di speculazioni politiche>>. Immediate le reazioni e tra queste quelle di Gabriele Leanza, portavoce cittadino del movimento politico “L’Altra Voce per Valguarnera”. <<Quanta vergogna provo nel leggere le dichiarazioni dei governanti valguarneresi. Ricordo gli applausi per gli amici arabi- afferma Leanza citando la paventata questione della mosche a Valguarnera- e quanto erano belli e ricchi quei signori che volevano acquistare il nostro paese in cambio di qualche favore agli amici. Ora, invece, affermano di essere dalla parte dei cittadini e contro l’accoglienza di 20 poveri cristiani che fuggono da guerre, stupri di massa, desolazione, povertà e fame. Mi rivolgo alla comunità silenziosa- afferma Leanza- torniamo a fare sentire la nostra voce>>. Al di la dell’accoglienza Si, accoglienza No, c’è anche chi ha approfondito la delicata materia in questione è ritiene volontaria e non obbligatoria l’adesione del Comune al progetto Sprar, (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Questi è il giovane avvocato, Vincenzo Telaro che facendo le dovute premesse afferma: <<Premesso che non avendo preso visione della documentazione relativa alla partecipazione del Comune di Valguarnera al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), non posso esprimermi con certezza riguardo alla circostanza che tale accoglienza sia veramente o meno una scelta imposta dall’alto, ossia obbligatoria per il Comune, così come dichiarato sulla stampa dal Sindaco. Ho cercato di studiare, tuttavia, con i mezzi a me a disposizione, la vicenda al fine di comprendere se si tratti o meno di una scelta obbligatoria del Comune. Orbene, prendendo la mia dichiarazione con le dovute cautele, considerato che è la prima volta che studio tale normativa e, dunque, potrebbe sfuggirmi parte delle disposizioni di legge di riferimento e considerato che non ho accesso alla documentazione relativa al problema del Comune, alla luce di quello che ho avuto modi di vedere, a mio avviso, l’adesione del Comune di Valguarnera a tale sistema di accoglienza Sprar, risulta meramente volontaria. Tale “Sistema di Accoglienza”, infatti, fa parte di un accordo sottoscritto pochi mesi fa tra l’Anci e il Ministero dell’Interno, volto alla partecipazione del settore pubblico alla valorizzazione e integrazione del soggetto migrante, inserendolo in un apposito progetto sociale di accoglienza. L’Accordo, è incentrato su due criteri: quello di proporzionalità tra numero di migranti accolti e numero di abitanti e l’altro criterio fondamentale è la volontarietà da parte dei comuni di aderire al sistema, in cambio della messa a disposizione di risorse pubbliche e contributi di favore nei confronti dei Comuni aderenti. L’unico rischio che corre il Comune non aderendo allo SPRAR è che la Prefettura, in casi eccezionali, eventualmente proceda con altri sistemi di accoglienza, Eventualità ribadita pure in occasione dell’incontro tra la Prefettura di Enna e i sindaci della provincia In sintesi, in base alla normativa studiata (e con la premessa della mia conoscenza base dell’argomento), a mio avviso ritengo che il sistema di accoglienza Sprar, a differenza di quanto dichiarato dall’amministrazione comunale, non sia obbligatorio, ma che il Comune abbia espresso o abbia intenzione di esprimere a breve la propria volontaria adesione, con la presentazione di un progetto sociale, che sicuramente garantirà, da un lato, l’impiego di risorse lavorative per la realizzazione del progetto, interamente finanziato da risorse pubbliche messe a disposizione dal Ministero dell’Interno attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo e , dall’altro, la ricezione di contributi a favore del comune>>.
Arcangelo Santamaria