Cronaca e Attualità

Omicidio Prinzi: ricorso alla Corte Europea per Luca Pittà

Non si arrendono i familiari e Luca Pittà (nella foto), il 44enne valguarnerese, condannato definitivamente all’ergastolo per l’omicidio di Salvatore Prinzi, avvenuto alla periferia di Valguarnera il 21 ottobre del 2006. <<Ricorreremo alla Corte Europea dei diritti dell’uomo e, dopo la raccolta di nuovi elementi,- dice l’avvocato Gaetano Giunta- chiederemo anche la revisione del processo>>. Luca Pittà dalla Corte di Assise di Appello di Caltanissetta è stato giudicato colpevole dell’omicidio di Salvatore Prinzi, in concorso con lo zio Giuseppe Ferrera. Salvatore Prinzi era stato ucciso la sera del 21 ottobre 2006 in contrada Val di Noce a pochi metri dall’abitazione di Pittà. Un omicidio eseguito con 5 colpi pistola, con un machete ed un bastone. Un omicidio per il quale Giuseppe Ferrera, si era assunto ogni responsabilità, scagionando di fatto il nipote. Ma l’efferatezza del delitto non ha convinto i giudici, secondo i quali ad uccidere Salvatore Prinzi furono almeno 2 persone. La Corte di Cassazione ha anche rigettato il ricorso avverso la sentenza di condanna all’ergastolo di Luca Pittà, presentato dagli avvocati Giovanni Aricò e Gaetano Giunta, nuovi difensori di Pittà dopo i processi di primo e secondo grado. Su Luca Pittà, attualmente detenuto presso il carcere di Enna, secondo la sentenza di condanna, pesano come un macigno i pessimi rapporti esistenti con la vittima per ragioni di difficile vicinato. Oltretutto, la stessa mattina del giorno in cui venne ucciso, Salvatore Prinzi si recò presso la caserma dei carabinieri di Valguarnera e presentò una denuncia contro Luca Pittà. Ma a sentire la difesa del 44enne valguarnerese, tutto ciò non dimostra che Luca Pittà fu anche lui esecutore materiale dell’omicidio di Salvatore Prinzi. Secondo la perizia collegiale ad uccidere Prinzi furono almeno due persone. Ma non ci sono impronte di Pittà sulle armi del delitto. E allora Pittà si troverebbe in carcere e condannato definitivamente all’ergastolo per supposizioni, alla quale la Corte di Cassazione ha dato ragione, rigettando il ricorso avverso la sentenza della Corte Assise di Appello di Caltanissetta. Da oggi sull’omicidio Prinzi e sulla condanna all’ergastolo di Luca Pittà si apre, quindi, un nuovo capitolo.

Arcangelo Santamaria