Cronaca e Attualità

Gli americani “scoprono” le zolfare e le storie dei vecchi minatori, boom di turisti a Floristella

Agli americani piace il Parco minerario di Floristella e fanno la fila per visitare l’ex miniera di zolfo. Il sito infatti a quanto pare è più apprezzato dagli stranieri che dalle comitive nostrane al punto che un tour operator statunitense «Country walkers» ha scelto di condurre i suoi ospiti lungo i sentieri della zolfara per conoscerne i luoghi e ascoltare la storia dei minatori dalla viva voce di uno di loro.
A fare da protagonista, l’ex minatore valguarnerese Salvatore Vicino che si è prestato volontariamente per rispondere alle tante e interessate domande dei visitatori.
Vicino, passionale ed evocativo per natura, ha fatto rivivere efficacemente le sue storie di vita vissuta, contribuendo a dare l’idea della durezza del lavoro nelle miniere siciliane e in quelle belghe che pure ha conosciuto. Presente nel gruppo anche la responsabile per l’Italia dell’agenzia statunitense e una guida turistica con cui il personale dell’Ente Parco ha collaborato per mesi fornendole il materiale didattico e le indicazioni indispensabili per la piena riuscita delle escursioni. Ed è stato un successo, tanto che l’Agenzia ha preannunciato un secondo ciclo di visite a partire dal prossimo settembre e con cadenza quindicinale.
Ma non solo gli americani sono colpiti da Floristella: ai primi di giugno arriveranno i francesi della Abc Mines (Association des Amis de la Biliothéque et des Collections de l’École des Mines de Paris), un gruppo di geologi ed appassionati che compirà un tour di diversi giorni nelle miniere siciliane partendo proprio da Floristella, proseguendo per Assoro e Villarosa, passando dalla Trabia Tallarita di Riesi e Sommatino e continuando verso Montedoro, Comitini, Sutera e Realmonte. Anche in questo caso il personale del Parco ha collaborato con i referenti italiani del tour operator giungendo alla produzione di una guida didattica in lingua francese ad uso dei partecipanti.
«A tutto questo si aggiungono i tanti turisti fai da te – dice Salvatore D’Angelo, tra i dipendenti dell’Ente più impegnati nel gestire l’accoglienza – tedeschi e inglesi che piombano in maniera del tutto inaspettata, probabilmente perché in passato si è seminato bene e il nome del Parco compare in molte guide specialistiche del turismo alternativo. E tutto questo mentre noi non possiamo spendere un soldo per migliorare, bloccati come siamo dalle pastoie burocratiche che mantengono l’Ente “ingessato” per la mancanza dello statuto, la conseguente impossibilità d’insediare il Cda a cui compete l’approvazione del bilancio e di ogni altro atto di spesa. Qua si continua ad aspettare, ma sembrerebbe che superficialità e indifferenza di qualche dirigente regionale stiano facendo di tutto per far chiudere l’Ente Parco!».

(Nella foto: Salvatore Vicino – II da sinistra – con interprete e turisti)

Salvatore Di Vita