Cultura e Società

Folla festante per il 50° anniversario di sacerdozio di Don Filippo Berrittella

Quel ritaglio di giornale ingiallito è ancora lì, custodito dentro un libro da don Filippo Berrittella quale ricordo della sua consacrazione sacerdotale. Era il 3 settembre 1967 e quel giorno Ciccio Giarrizzo, cronista della giornata, ci dice che la popolazione di Valguarnera presenziò numerosa nella chiesa Madre alla ordinazione di quel giovane appena ventiduenne, avvenuta per mano del vescovo d’allora mons. Antonino Catarella.
Un’altra folla festante è convenuta cinquant’anni dopo per celebrare don Filippo nelle sue nozze d’oro con la vocazione pastorale. Ed è stata festa grande. Stavolta a San Giovanni Bosco e Maria Ausiliatrice, la chiesa parrocchiale edificata nel quartiere più recente del paese sotto la guida dello stesso padre Berrittella che ancora oggi ne è parroco.
La messa di lode e ringraziamento è stata presieduta dal vescovo mons. Rosario Gisana con tutto il clero locale. Presenti anche molti sacerdoti da fuori, le autorità cittadine e i tantissimi fedeli aggiuntisi ai parrocchiani che hanno stretto in un abbraccio affettuoso il loro don Filippo.
La cronaca della cerimonia ha registrato gli interventi del Vescovo e del vicario foraneo Francesco Rizzo, quello dell’avv. Fabio Sciacca amico personale di don Filippo, il commosso saluto del sindaco Francesca Draià che in quella parrocchia è cresciuta, l’intervento del responsabile nazionale dell’Azione Cattolica Alfonso Gambacurta che ha tratteggiato con dovizia la figura umana e spirituale di padre Berrittella.
Un prezioso paramento liturgico è stato regalato al parroco (che lo ha indossato per l’occasione) dai parrocchiani, dalle confraternite di San Giovanni Bosco e di Maria Ausiliatrice, la schola cantorum parrocchiale, il coro della chiesa Madre, gli Scout, il gruppo del Rinnovamento nello Spirito, il gruppo di preghiera di Padre Pio, l’Unitalsi, i gruppi dell’Adorazione Figli di Maria dell’Eucarestia e il Gruppo Mariano.
Padre Berrittella, emozionato, ha ringraziato tutti per le attenzioni ricevute, rivolgendo un pensiero agli amici sacerdoti che non ci sono più e al parroco Giacomo Magno che ne ha colto precocemente la dote vocazionale. Infine, l’ulteriore ringraziamento informale presso la sala parrocchiale.
Nell’intervento del prof. Gambacurta è stato possibile cogliere gli elementi di profilo di don Filippo Berrittella la cui vocazione risale all’infanzia. Fin dall’età di 5, 6 anni era accompagnato dalla madre alla Matrice, dove, incoraggiato da mons. Giacomo Magno, scopre la bellezza di donarsi a Dio. La scelta di farsi prete è accolta con gioia dai genitori Giuseppina e Antonino, che la vedono come una grazia e un desiderio esaudito. Inizia quindi le medie in seminario, proseguendo poi con gli studi liceali e teologici.
Finiti gli studi il giovane sacerdote è impegnato come insegnante di latino e greco al ginnasio in seminario, fino al 1971. Nel 1976 passa alla scuola pubblica, come insegnate di religione prima e insegnante di lettere classiche successivamente al liceo statale, per continuare la carriera di insegnante di lettere fino al 2000, nella scuola media. Quella dell’insegnare è una vocazione parallela a quella di sacerdote. E spesso le due inclinazioni s’incroceranno perché entrambe sono vissute da don Filippo come una speciale disposizione dell’animo.
Per 14 anni, sarà vice parroco a San Giuseppe, con padre Vullo, dove accoglie molti giovani. Ed è questo il periodo del grande impegno in Azione Cattolica, dove forma la gioventù agli ideali cristiani e sociali. Parecchi di questi giovani sono oggi validi professionisti e protagonisti della vita pubblica.
Dal 1980 prosegue l’azione pastorale nella chiesa di San Giovanni Bosco e Maria Ausiliatrice che diventa la quarta parrocchia di Valguarnera con don Filippo come primo parroco.
La chiesa, inizialmente un prefabbricato, grazie all’opera di padre Berrittella e dei parrocchiani, cresce pietra su pietra. Negli anni arriveranno i campetti per i giochi all’aperto, la sala parrocchiale, l’oratorio dedicato ai giovani, il piano superiore con le aule catechistiche e di intrattenimento. Qui oggi si svolgono: il banco alimentare, il cineforum, l’oratorio invernale e il grest estivo. La parrocchia, quindi, non è solo un luogo di culto, ma di accoglienza e punto di riferimento e di riunione. Un esempio fattivo di attenzione verso gli altri e verso chi ha bisogno.

Salvatore Di Vita