Cultura e Società

Ricercatrice dell'”University of Birmingham” scrive ai curatori di Francescolanza.it

«Vorrei ringraziarvi per avermi fatto scoprire Lanza grazie al ricchissimo sito dedicato allo scrittore e per aver messo a disposizione tanto utile materiale. Quest’ultimo mi è servito per redigere l’intervento che ho presentato la scorsa settimana al convegno dell’Associazione degli Italianisti». Il ringraziamento è rivolto allo scrittore e storico Enzo Barnabà e al webmaster Sebastiano Giarrizzo, curatori del sito internet francescolanza.it, il portale letterario che raccoglie tutto quello che Francesco Lanza ha scritto e tutto quello che su di lui è stato scritto.
Ad esprimere il gratificante apprezzamento è Anna Lisa Somma, dottoranda in letteratura italiana presso l’University of Birmingham (Regno Unito), che «scoprendo» l’opera lanziana ne ha tratto alimento per la sua indagine sulle strategie narrative, linguistiche e stilistiche adottate dagli scrittori italiani quando esprimono taluni valori particolari e/o tendenze giudicate da certa morale come trasgressive. Un punto d’incontro tra gli interessi della ricercatrice italiana e l’opera di Lanza che trova riscontro nelle categorie del comico e del paradossale che quest’ultimo utilizza «non per intrattenere con salacità il pubblico – dice Somma – bensì per mostrare la genuina natura di ciò che suscita l’ilarità, vale a dire il conflitto fra apparenza, aspettative di genere e identità». E segnala al proposito la «Fiordispina», quella commedia ariostesca rielaborata da Francesco Lanza nel 1928.
«Ringraziamo Anna Lisa che ci sembra abbia colto il senso profondo del lavoro del nostro Francesco – dice Enzo Barnabà – il quale ha riscritto la vicenda ariostesca servendosi degli strumenti offertigli dal pirandellismo. Purtroppo a Valguarnera manca un fondo Lanza e gli studiosi sono costretti a ripiegare su quel “fondo virtuale” che abbiamo creato on line. Manca anche un doveroso “Premio Francesco Lanza” che stimoli la ricerca sullo scrittore. Parafrasando Manzoni, si può dire che Lanza a Valguarnera sia più famoso che conosciuto. C’è da stupirsi se questo avviene in un paese che non possiede neppure una biblioteca? Sembra che gli amministratori abbiano fatto propria l’affermazione di quel ministro che sosteneva che con la cultura non si mangia. Ma quel ministro sbagliava di grosso, come ci insegna l’economia delle nazioni più evolute».

Salvatore Di Vita