Cronaca e Attualità

Contenzioso per i locali del giudice di pace. Il Comune pagherà 18mila euro per i due anni di ritardo nello sgombero

Accordo raggiunto tra il comune di Valguarnera e la parrocchia della chiesa San Cristofero, guidata da don Francesco Rizzo, sul contenzioso che vedeva l’ente comunale e quello ecclesiastico, giunti alle vie legali, a seguito di un contratto d’affitto riguardante i locali del giudice di pace. Tutto era nato dal tardato rilascio dei locali del giudice pace, che si trovavano nell’immobile dell’ex Sacro Cuore in via Giacomo Matteotti. A seguito di ciò, lo scorso 4 maggio, don Francesco Rizzo, aveva citato in tribunale il Comune di Valguarnera. Una vicenda che si è protratta nel tempo e che solo adesso ha trovato una soluzione. Il rapporto di locazione tra i due enti era iniziato nel lontano 1994, per poi essere perfezionato e prorogato più volte negli anni successivi. Nell’aprile del 2016 tra le due parti si era convenuto che il contratto di locazione sarebbe stato automaticamente interrotto al momento in cui veniva predisposta la definitiva chiusura dell’Ufficio del giudice di pace che avvenne il 30 aprile 2014. Da allora, nonostante i diversi solleciti del Comune di Valguarnera, l’Amministrazione della Giustizia non ha provveduto a liberare i locali in affitto da arredi e faldoni vari. Solo due anni più tardi, nel settembre 2016, si provvedeva a sgomberare i locali e si riconsegnavano le chiavi dell’immobile a don Francesco Rizzo, solo nell’ottobre del 2016. Due anni di ritardo che stanno costando al comune di Valguarnera la somma di 18 mila euro. A tanto, infatti, ammonta la somma stabilita tra i rappresentanti legali dei due enti, al fine di porre fine al contenzioso ed evitare esborsi ancora più onerosi da parte del comune di Valguarnera. Per i locali del giudice di pace il canone di affitto mensile era di mille30euro, e un primo momento la parrocchia San Cristofero aveva chiesto una somma di 22mila 660 euro, visto che il comune di Valguarnera aveva pagato regolarmente l’affitto sino al 31 dicembre 2014. Adesso, in tre rate, si dovranno sborsare 18mila euro, ovviamente soldi pubblici che potevano avere destinazione più utile se si fosse agito in tempo a sgomberare i locali. In pratica si sono regalati due anni di affitto per dei locali inutilizzati.

Arcangelo Santamaria