Sanità

Cassarà sul Poliambulatorio: “Abbiamo il progetto pronto per la ristrutturazione”

«Ieri (venerdì 23, ndr) abbiamo avuto una riunione interna in cui s’è discusso del poliambulatorio “Sebastiano Arena”. Nel corso dell’incontro è emerso tutto l’interesse dell’Azienda sanitaria per la valorizzazione dell’immobile di nostra proprietà e per garantire con continuità i servizi sanitari a Valguarnera». Lo ha detto il direttore sanitario dell’Asp di Enna, Emanuele Cassarà, a cui abbiamo chiesto un commento sull’ultimo documento sottoscritto dal «Comitato Cittadino di Valguarnera», dal «Meetup M5S», dall’associazione «Insieme per cambiare» e dai gruppi consiliari di «Forza Italia» e «L’Altra Voce per Valguarnera» che hanno chiesto di incontrare il presidente della regione Nello Musumeci e l’assessore alla sanità Ruggero Razza per sottoporgli la spinosa questione della struttura sanitaria valguarnerese chiusa dall’aprile 2016 a seguito di un’ispezione dei Nas.
«Abbiamo il progetto esecutivo pronto per provvedere alla ristrutturazione – continua Cassarà – che potrebbe essere parzialmente finanziato con i proventi della vendita dei terreni (donati a suo tempo da Sebastiano Arena, ndr) ma manca una buona metà della somma che dobbiamo vedere se può essere attinta dal nostro bilancio 2018 oppure dobbiamo chiedere un finanziamento da concordare con l’Assessorato. Le possibilità che stiamo vagliando e che sono state discusse nella riunione di ieri, sono: quella di dare subito inizio ai lavori, quella di mantenere nel frattempo l’attività dalle suore oppure procedere con l’affitto dei locali di imprenditori privati, dato che la ristrutturazione non è d’immediata fattibilità. Chiederemo anche un incontro con il sindaco per vedere se insistono dei locali comunali ove eventualmente ospitare i servizi sanitari. Ci dobbiamo rivedere la prossima settimana per continuare a valutare il da farsi, fermo restando che l’Azienda in via prioritaria vuole mettere mano al portafoglio per avviare la ristrutturazione dei propri locali piuttosto che andare a spendere soldi per altre cose». Ed è su quest’ultimo punto che concordano e fanno leva le associazioni cittadine: «reperire le somme necessarie per la ristrutturazione dei locali – scrivono nel documento inviato al presidente della regione – anziché affittarli per un costo di cinque/seimila euro al mese con un contratto di sei anni».

Salvatore Di Vita