Cultura e Società

Cellulari accesi durante uno spettacolo a Teatro, Raul Bova non ci sta e lascia il palco

Sta facendo molto discutere la performance, questa volta non degli attori in scena, ma del pubblico in poltrona, di sabato al teatro Metropolitan di Catania che è stato molto più impegnato a rispondere alle ripetute chiamate e messaggi in chat piuttosto che prestare attenzione allo spettacolo proposto e per il quale aveva pure pagato!
Durante la messa in scena, mentre Raoul Bova e Chiara Francini recitavano le battute della commedia “Due” di Luca Maniero, i cellulari degli spettatori non davano tregua.
Dopo un chiaro disappunto del bell’attore che, irritato, lascia da sola sul palco Chiara, durante un monologo, chiuso il sipario, un produttore compare sul palco e invita i presenti a spegnere i cellulari.
Ma a nulla serve, durante la ripresa della piece’, i telefonini continuano a trillare disturbando incessantemente lo spettacolo.
“Chi non è capace di spegnere i cellulari resti a casa”, altro monito dei produttori, segue disappunto di chi, fra il pubblico, voleva seguire lo spettacolo.
Sono andati in scena gli ultimi minuti dello spettacolo e Bova, palesemente “scuro in volto, si presenta al pubblico per gli applausi finali prendendo per mano con galanteria la sua compagna”, poi la Francini, come vuole la prassi, rientra e Bova rimane dietro le quinte rifiutando gli ultimi applausi di un pubblico che, forse, non sapeva nemmeno per cosa doveva applaudire!
Impazzano i post , gli articoli ed i commenti e la cosa molto irritante è stata quella di voler sottolineare che il “ fattaccio” era avvenuto in un teatro siciliano.
E No! Non sono d’accordo; quanto accaduto poteva succedere anche a Trento ed è un chiaro sintomo di un disturbo sociale che ci affligge .
Non riusciamo, nemmeno per un istante a staccare lo sguardo da ciò che oramai è diventato un’estensione del nostro corpo, quel dannato display.
Viviamo qualunque momento della giornata con l’esigenza fisica e mentale di dover essere sempre raggiungibili e connessi non riuscendo più a vivere e godere dei veri momenti della giornata traslando il tutto in questo fantomatico mondo virtuale.
E sì, cadiamo nel vortice della maleducazione nei confronti delle persone vere con le quali ci relazioniamo, che siano attori su un palco, amici , genitori o fidanzati.
Bravo Raoul Bova, sei stato fin troppo galante nel portare a termine il tuo lavoro e no, pubblico disattento, non poteva ringraziarti per un applauso meccanico che segnalava soltanto la fine di una sceneggiata a dir poco pietosa.

Stefania Avola