Cultura e Società

Frizzi ci lascia un'”eredità” di sorrisi sinceri

Solito lunedì mattina , risveglio ancor più assonnato per via del cambio dell’ora, automatico controllo dei social e una notizia che mi scuote a tal punto da riconnettermi immediatamente con il mondo: “ Muore Fabrizio Frizzi , aveva 60 anni”.

In un nano secondo penso alla solita bufala, ma più il mio dito scorre il display più mi rendo conto della veridicità dell’annuncio.

Mi sono turbata così tanto come quando apprendi della scomparsa di una persona che conosci bene e che fa parte dell’entourage della tua vita.

Si perché Fabrizio era quella presenza televisiva che davi quasi per scontata, senza clamori, senza  eccessi … lui c’era!

Poi , continuando a leggere i post ed i commenti della gente, mi rendo conto che il mio malessere è comune.

Il sorriso e la voce che accompagnavano i pomeriggi noiosi e bui invernali si erano spenti!

Ma la cosa che mi è saltata subito all’occhio è stato l’utilizzo incessante degli aggettivi “gentile” e “garbato”.

Qualità che in una TV del frastuono, delle urla e del gossip più becero sembrano strane ma rassicuranti.

Frizzi era uno di quelli che la televisione sapeva farla!

Non era fenomeno improvvisato dall’oggi al domani, aveva una professionalità strutturata nel tempo con alle spalle una gavetta che ti permette di essere uomo di spettacolo a tutto tondo e non meteora!

E in una televisione 2.0 è cosa alquanto rara .

Ci lascia l’“eredità“ di sorrisi onesti e sinceri e l’immagine di quell’ultimo abbraccio al concorrente giovanissimo che era stato campione per tanti giorni e che, Fabrizio, con modi paterni riconduce alla realtà, ricordandogli di ritornare alle cose quotidiani ma fondamentali della vita!

Chissà se ha già riabbracciato Corrado e se Raimondo Vianello gli ha già dato una pacca sulla spalla?!

Stefania Avola