Cultura e Società

Al cortile Mazzini la storia di Simba raccontata con l’arte della Sicily Ballet School

Le sbirciatine timorose delle allieve più piccole in cerca di guida e conforto svelano che “Lei” e lì, dietro le quinte a dirigere il suo spettacolo di danza. Ma lei, la maestra Melissa, si mostra al pubblico soltanto alla fine, quando l’abbraccio avvolgente con le sue ballerine scioglie quella tensione accumulata nelle lunghe giornate di prove. Ed è per loro un momento tra i più appaganti dell’esibizione appena conclusa.

“The King, una storia di coraggio e amicizia”, è questo il titolo della rappresentazione di fine anno mandata in scena da “Sicily Ballet School”, la scuola di danza che la coreografa Melissa Zuccalà tiene in vita da oltre un quindicennio, avviando a questa forma d’espressione artistica numerosissime ragazze del luogo.

La serata è fresca, ma nell’ampio cortile del “Mazzini” sono convenute tantissime persone che vogliono assistere all’esibizione della variopinta troupe di ragazze che racconta con balli e musica l’emozionante storia di Simba, il piccolo leoncino della savana creato dalla Walt Disney per il film “Il re leone”, da cui Melissa (come vuol essere chiamata da tutti) ha tratto la sceneggiatura dello spettacolo.

Bello l’allestimento scenico abilmente curato da Filippo Sberna di “Gardenia Blub”, e belli i costumi, in parte presi a nolo e in parte realizzati dalle famiglie delle ragazze. Il tutto, sotto la regia attenta della stessa Melissa che cura personalmente ogni dettaglio, adattando la scenografia secondo il “materiale umano” che ha a disposizione. Difatti lei (una laurea al Dams e tanti validi collaboratori) ha messo insieme e “fatto funzionare” con abilità un cast di ballerine alquanto variegato: dal nutrito drappello delle talentuose “seniores” della scuola di ballo, alle piccolissime allieve (anche una bimba di quattro anni) agli esordi nel mondo della danza. Ma l’abilità più grande la nostra coreografa la mostra portando in scena una ballerina non vedente e armonizzando su di lei le figurazioni sceniche sapientemente eseguite dal resto del gruppo. “Abbiamo messo in atto un laboratorio coreografico inclusivo”, dirà poi Melissa che alla sua scuola vuole dare anche un contenuto pedagogico. E invero il suo spettacolo lancia un messaggio educativo: “Dall’animazione cinematografica – spiega – ho estrapolato a livello drammaturgico soltanto il concetto di coraggio e amicizia. Difatti non ho fatto morire nessuno. Perché, diversamente che il film, dove muore il Re Leone ucciso da Scar, lo zio cattivo che muore a sua volta, io non volevo che morisse nessuno sul mio palco. Abbiamo semplicemente tirato fuori tutti quei rapporti conflittuali che possono nascere nelle parentele, perché poi in ogni famiglia può esserci sempre un brutto ceffo. E dimostrare che con la forza dell’amicizia e della solidarietà che si può scatenare tra i vari personaggi e tra quelle ‘famiglie’ che si creano anche tra non consanguinei, che si può elaborare un concetto semplice da far comprendere soprattutto ai bambini. Il concetto che il buono va semplicemente esaltato e il cattivo va semplicemente educato, la violenza non paga”.

Melissa dal palco ringrazia, citandoli, i tantissimi che “hanno reso possibile la serata e la festa meravigliosa che è la danza”, in particolare i genitori e le allieve che le danno fiducia, il sindaco e l’amministrazione comunale per il supporto sensibile e attento, l’istituzione scolastica che li ospita, lo staff dietro le quinte per il prezioso sostegno, i service audio/luci e foto/video, il maestro di musica, gli sponsor, tutto il cast e il gruppo di lavoro della serata.

Poi il pensiero corre già altrove. Al prossimo importante appuntamento del 23 agosto nella prestigiosa cornice del Teatro Antico di Taormina dove sarà portata in scena l’opera di teatro danza “Amara Satira Omnia”, unico evento di balletto inserito nella programmazione, con un cast stellare e degli sponsor tanto generosi quanto indispensabili: “Senza di loro – ci tiene a precisare Melissa – non avrei potuto affrontare un evento così impegnativo”.

                                                                                                                     Salvatore Di Vita