Politica

L’opposizione mette in dubbio la delibera per il pagamento di 58mila euro a EnnaEuno

A seguito della sentenza che ha condannato il comune di Valguarnera, difeso dall’avvocato Salvatore Brighina, a pagare 58mila euro al dottor Antonio Brancè che richiedeva in via esecutiva il soddisfacimento del proprio credito nei confronti società Enna Euno Spa in liquidazione, i gruppi consiliari di minoranza “L’Altra voce per Valguarnera” e Forza Italia, hanno chiesto chiarimenti. I consiglieri Giuseppe Speranza e Concetta Dragà, mettono in dubbio anche la delibera con la quale il governo cittadino del sindaco Draià ha approvato la transazione della somma e la rateizzazione del della somma dovuta. <<La giunta comunale- sostengono Speranza e Dragà- non ha la competenza a deliberare su un debito in esecuzione a sentenza passata in giudicato per le seguenti motivazioni: a) Impropriamente e furbescamente l’atto parla di transazione, invece la fattispecie e da considerarsi debito fuori bilancio e nulla ha a che vedere con l’istituto della transazione;
b) il Responsabile dell’U.T.C. non ha alcun titolo per proporre l’atto deliberativo, trattandosi di materia riguardante il Settore Affari Generali, settore che per altro ha curato la fase istruttoria degli atti di resistenza in giudizio avverso la pretesa del richiedente, forse per questo appare evidente l’incompetenza giuridico/amministrativa nella stesura dell’atto; c) impropria è l’imputazione di spesa e le conseguenti attestazioni di regolarità̀ tecnica ed amministrativa, trattandosi di sopravvenienza passiva registrata nell’esercizio corrente, per la quale il Consiglio non ha mai autorizzato la spesa;
d) la giunta comunale, non essendo stato ancora approvato il bilancio di previsione, non può̀ impegnare somme non iscritte in Bilancio e tanto meno può impegnare risorse finanziarie in esercizi successivi a quello corrente>>. I consiglieri di minoranza chiedono la revoca della delibera di giunta e il passaggio in consiglio comunale, precisando che il debito non è nei confronti dell’Ato ma nei confronti del dottor Brancè.

Arcangelo Santamaria