Cronaca e Attualità

Sanzione amministrativa di 110 mila Euro all’ex direttore dell’ufficio postale

Inflitta all’ex direttore dell’ufficio postale di Valguarnera, Salvatore Sammarco, una sanzione amministrativa pecuniaria di 110 mila euro. A deciderlo la Consob, la commissione nazionale per le società quotate in Borsa. Secondo la Consob, che ha concluso i suoi accertamenti, l’ex direttore in violazione delle procedure interne di Poste Italiane avrebbe acquisito da dicembre 2012 a settembre 2013 la somma di euro 1.333.500 di pertinenza di alcuni clienti. La commissione ha inoltre ingiunto a Poste Italiane, in qualità di soggetto responsabile in solido, il pagamento dello stesso importo con obbligo di regresso nei confronti dell’autore della violazione. Una sanzione quindi, che a titolo di responsabilità amministrativa sarà Poste Italiane ad accollarsi per poi rivalersi sull’autore materiale della violazione. La vicenda, del direttore dell’ufficio postale, come si ricorderà, suscitò a Valguarnera tanto clamore. A rompere il muro del silenzio e fare scattare l’allarme dopo un primo momento d’attesa, furono nel marzo 2014 decine di persone che presentarono denuncia ai carabinieri del luogo. Tra essi allevatori, artigiani, piccoli imprenditori, che nel corso degli anni avevano acquistato prodotti postali e che si erano trovati dopo alcuni riscontri effettuati presso lo stesso ufficio, con un pugno di mosche in mano. Risparmi- secondo l’accusa- che finivano nei conti personali del direttore. Tutto ciò approfittando del rapporto fiduciario che era riuscito ad instaurare con i clienti. Il clamore della vicenda divenne tale che  contro Sammarco fu promossa una class action a cura dell’associazione nazionale “Codici” che chiese conto al direttore dell’appropriazione nei confronti di ignari risparmiatori di qualcosa come due milioni e mezzo circa. Ma la situazione come c’era da aspettarsi non si concluse lì, perché nel frattempo fioccarono anche le denunce presso i carabinieri del luogo e la Procura della Repubblica di Enna, che sfociarono nell’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, avvenuta nel febbraio 2015. Nel 2017 fu condannato dal Tribunale di Enna a 6 anni e 6 mesi di reclusione. A notificare all’ex direttore l’ordinanza nella città di Termini Imerese ove viveva, furono i carabinieri di Valguarnera diretti dal luogotenente Nicola Lo Moro e i colleghi della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Enna. L’ordinanza fu emessa dal Tribunale del Riesame di Caltanissetta, diventata esecutiva dopo la sentenza della Corte di Cassazione. L’ex direttore postale venne accusato di peculato, truffa aggravata, falsità ideologica, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, e uso abusivo di sigilli, nell’ambito degli investimenti di risparmi dei clienti di Poste Italiane. Gli inquirenti, nel corso delle indagini, misero in luce che dal 2008 al 31 dicembre 2013, l’ex direttore Sammarco, anche in periodi successivi alle sue dimissioni aveva architettato e portato a termine, con artifizi e raggiri, una maxi truffa ai danni dei risparmiatori, per lo più persone anziane, che affidavano i loro soldi all’Azienda per investirli produttivamente. Nella fattispecie, sempre secondo l’accusa, approfittando della fiducia che ingenerava nei clienti, avrebbe consegnato loro dei moduli di sottoscrizione fondi apparentemente autentici che, proprio perché muniti di timbro dell’ufficio postale e firmati dallo stesso indagato, ingeneravano nelle vittime la convinzione della regolare esecuzione dell’investimento.

Rino Caltagirone