Cultura e Società

Cinquanta e rotti anni fa: la politica valguarnerese tra interferenze e personalismi – Il secondo numero de “IL BAGLIO”

(disegno di Marcella Tuttobene)

Il secondo numero de “Il Baglio” (che fu anche l’ultimo) non è meno interessante del primo. Dal punto di vista della documentazione antropologica è, anzi, sicuramente più interessante. Se il numero precedente ci ha presentato uno spaccato della vita paesana di cinquanta e rotti anni fa, questo, uscito un paio di mesi dopo, ci fornisce interessanti informazioni che possono essere estese ad un territorio ben più vasto.
Penso a quanto il professor (in realtà maestro) Grassadonia afferma in merito alle pressioni politiche ricevute dal parroco. DC e Chiesa cattolica formano una sorta di groviglio, non si sa quasi dove cominci l’una e finisca l’altra. Un integralismo che mal si concilia con la pratica democratica suggerita dalla Costituzione repubblicana che era stata varata meno di vent’anni prima. Credo che bisogna essere grati al consigliere per la sua schiettezza: di solito certe cose si facevano ma non si dicevano.
L’articolo “I piccoli… camaleonti” fa il punto sulle lotte amministrative. Al di là dei trasformismi (davvero brutto quello dell’eletto un una lista d’opposizione che, alla prima seduta del consiglio comunale, passa con la maggioranza) e dei tatticismi furbastri, emergono conflitti generati da personalismi (“io ce l’ho con x perchè l’ho creato dal nulla ed ora mi è ingrato”, si ripete) su uno sfondo cui non è estraneo il voto di scambio. Una democrazia zoppa, mi pare si debba affermare.
Lascio al lettore il piacere di gustare le pagine che la macchina del tempo ci restituisce; alcune, come la satira di costume “Caleidoscopio” o forse anche quella politica di “L’ira di Achille”, credo lo meritino davvero. Solo due osservazioni: 1. “Il Baglio” divenne organo interno di un fantomatico “Circolo Francesco Lanza” per aggirare la legge sulla stampa che esigeva un direttore responsabile iscritto all’albo dei giornalisti, ma circolò per il paese come nella prima versione, 2. La raccolta di fondi per la lapide sulla sepoltura di Lanza ebbe successo: il comune integrò la somma raccolta e finalmente la tomba dello scrittore potè uscire dall’anonimato.

Enzo Barnabà

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