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Trovate 900 tonnellate di grano tra topi e piccioni morti

La cronaca ci riporta costantemente dei veri e propri attentati alla salute di noi consumatori.
L’ultima “storiaccia” arriva dal catanese dove i Carabinieri della Tutela Agroalimentare hanno scoperto e sequestrato più di 900 tonnellate di grano conservato tra topi e piccioni morti.
Prima di lasciarvi alla lettura dell’articolo del magazine online inuovivespri.it, riportante ulteriori particolari sul suddetto sequestro, vi raccomandiamo di acquistare le farine direttamente dalle aziende agricole produttrici della materia prima grano oppure dai piccoli mulini.

A Catania grano conservato tra topi e piccioni (morti). Il pane facciamolo in casa!

Pensate un po’: un controllo sul grano duro conservato (male) ci ha aperto un mondo: grano conservato con topi e piccioni morti! Ribadiamo il consiglio: il pane e i dolci prepariamoli in casa con la farina acquistata presso negozi o aziende agricole di fiducia.

Non conosciamo la provenienza del grano duro conservato – male – in provincia di Catania. Ma sappiamo che di grano duro ce n’era tanto: oltre 900 tonnellate trovato in cattivo stato di conservazione in presenza di topi e piccioni morti!

La notizia la leggiamo su NEWS AGE AGRO, agenzia di stampa alimentare: notizia che ci racconta di una doppia scoperta avvenuta ad Avellino e Catania:

“Tonnellate di grano duro e legumi stoccati in luoghi senza autorizzazione e in cattivo stato di conservazione, fra topi e piccioni morti. E’ il bilancio di una serie di controlli dei Carabinieri della Tutela Agroalimentare, in collaborazione con personale dell’Asl di Avellino, Benevento e militari dell’Arma territoriale, dopo un’ispezione in 12 aziende operanti nel commercio all’ingrosso di prodotti cerealicoli. I carabinieri hanno contestato illeciti per diverse migliaia di euro. Nell’operazione sono stati sequestrati: in provincia di Benevento, 100 tonnellate di grano duro, stoccate in una struttura priva della prevista registrazione dell’Asl; in provincia di Catania, oltre 937 tonnellate di grano duro in cattivo stato di conservazione detenuto all’interno di locali ove sono stati trovati ratti e piccioni morti; in provincia di Avellino, 1,25 tonnellate di legumi vari stoccati in una struttura priva della prevista registrazione dell’Asl”.

Ribadiamo: non conosciamo la provenienza di questo grano duro ritrovato ad Avellino e Catania: ma sarebbe interessante capire se si tratta di grano duro del Sud Italia o di grano duro estero.

Lo stesso discorso vale per le lenticchie, se non altro perché, da qualche tempo a questa parte, i centri commerciali sono pieni di lenticchie provenienti dal Canada: e dal Canada arriva anche il grano duro.

Grano duro e lenticchie canadesi che hanno raggiunto la maturazione con il glifosato.

Tornando al grano duro sequestrato a Catania, va detto che 937 tonnellate sono veramente tante: tantissime. Il sequestro avvenuto ci deve fare riflettere: che cosa portiamo, oggi, sulle nostre tavole? In questo caso il problema non riguarda la pasta: la pasta, in Sicilia – a parte i pastifici siciliani che sono artigianali – arriva già confezionata. E sappiamo tutti che tipo di pasta industriale si produce in Italia (chi legge questo blog sa di cosa parliamo).

In questo caso il problema riguarda altri derivati del grano: pane, in primo luogo, ma anche farine, biscotti e dolci in generale.

Da dove arriva il grano con il quale viene preparato il pane in Sicilia? E con quale grano vengono preparati i dolci?

I controlli effettuati a Catania – da quello che abbiamo capito – non sono stati effettuati quando il grano duro è arrivato nella nostra Isola: si tratta di controlli successivi.

Non sarebbe il caso di far conoscere ai siciliani l’origine di queste oltre 900 tonnellate di grano duro sequestrate? Il Governo regionale di Nello Musumeci – sempre così ‘attento’ ai problemi dell’agricoltura siciliana – è in grado di fornire ai siciliani queste notizie?

Poco meno di un anno fa abbiamo scritto un paio di articoli consigliando ai siciliani di prepararsi il pane in casa:

“Prendiamone atto: i controlli sulle navi cariche di grano duro che arrivano nei nostri porti non ci sono. In questo articolo vi diciamo chi sono i responsabili dei mancati controlli in Sicilia. Ma vi diciamo anche cosa fare – e questo vale per tutta l’Italia – per mangiare il pane che non contiene contaminanti. Pane che dobbiamo preparare noi in casa, come si faceva una volta”

Alla luce di quello che è stato scoperto a Catania – e questo vale anche per noi – rinnoviamo il nostro invito: il pane prepariamolo in casa. E prepariamolo in casa con il lievito madre

E lo stesso discorso vale per i dolci: prepariamoli in casa.

E le lenticchie? Quelle canadesi facciamole mangiare ai canadesi.

(Tratto da un articolo pubblicato sul sito del magazine online inuovivespri.it)