Cronaca e Attualità

Venduta, forse con un falso verbale di assemblea, la sede del Circolo Zolfatai “Pippo America”

Pippo Oliveri con suo padre

Sono bastate poco più di 30mila euro per vendere la storica sede del circolo zolfatai “Pippo America” che a Valguarnera si trova nella centralissima piazza della Repubblica. Ma della vendita, a quanto pare, nessuno dei soci ne sapeva nulla e adesso si passerà alle vie legali con gli anziani minatori ed i loro figli che promettono battaglia. Per capire che questa non è una storia comune, basta sentire l’ingegnere Pippo Oliveri, figlio di Francesco Oliveri, uno dei minatori. <<Mio padre ha passato una vita in miniera, dove entrò all’età di 14 anni, assieme a tanti suoi coetanei. Un sogno comune, in un momento in cui i zolfatai erano mal visti: riuscire ad avere una sede dove potere sedersi senza essere invitati ad uscire, dove potere parlare, dove potersi rilassare dopo una giornata di duro lavoro.
Oggi è diverso, oggi i zolfatai hanno una buona pensione e in questo momento di crisi sono invidiati, ma allora non era così>>. Il circolo porta il nome di Pippo America, morto in miniera. <<La morte di Pippo America- racconta Pippo Oliveri- li convinse a fare uno sforzo, a tassarsi tutti e finalmente acquistare una sede sociale per poterla intitolare al caro amico Pippo>>. E così, il 5 aprile 1979 il sogno si realizza. <<Avevo 16 anni e ricordo mio padre che mi portò nella nuova sede e con soddisfazione mi disse: “finalmente abbiamo una casa nostra; finalmente anche noi abbiamo diritto ad un sogno. Io sono un socio fondatore e quando sarai maggiorenne anche tu diventerai socio, per preservare questo nostro sacrificio”.
Appena maggiorenne- dice Pippo Oliveri- anche io diventai socio. Il mio lavoro non mi permette la frequentazione del circolo, ma sono socio, pago, anzi no, mio padre paga regolarmente le mie quote e sono sempre vicino al circolo quando serve la mia presenza, in onore di mio padre e di tutti i zolfatai di Valguarnera e in onore del nome che porta “Circolo Zolfatai Pippo America”>>. Con i tempi che corrono mantenere una sede è sempre più dura. <<Nonostante le difficoltà molti figli di zolfatai continuiamo a contribuire per mantenere il sogno dei nostri padri, e se qualche volta ci viene il dubbio, è la tosse dei nostri padri o il dovere parlare forte a causa dei loro timpani perforati a ricordarci il nostro dovere. Quella stessa tosse che ci ha permesso di studiare, quella stessa tosse che ci ha permesso di vivere, quella stessa tosse che ci rende fieri dei nostri padri>>. Ma qualche giorno addietro il sogno e la storia dei zolfatai hanno rivisto il buio della miniera.
<<Venerdì scorso ho trovato mio padre triste e costernato. Mio padre ha 88 anni e con un filo di voce mi ha detto: “Il mio nome, il nome della nostra famiglia, assieme ai nomi di tanti amici zolfatai si trova in un documento falso con il quale, a insaputa di quasi tutti i soci, delle persone, ognuna con le proprie responsabilità, hanno venduto la sede del nostro circolo”.
Sono andato immediatamente al circolo dove ho trovato la nuova ed onesta Amministrazione ed ho appreso e letto quando mi aveva detto mio padre>>. Pippo Oliveri, non ci sta. << Vergogna! Vergogna! Degli individui senza scrupoli, senza onore, per un misero pugno di soldi, falsificando verbali di assemblee mai fatte, utilizzando stime false, e soprattutto utilizzando nomi di galantuomini, hanno cercato di distruggere un sogno di generazioni. Noi tutti non lo permetteremmo. A giorni inizieremo a fare tutte le procedure come per legge, affinché la giustizia ci dia ragione e punisca tutti quelli che in qualche modo hanno avuto parte ed hanno avuto benefici da questa squallida vicenda>>.

Arcangelo Santamaria