Cultura e Società

“La morte non è niente”

Non si può morire a 40 anni, non si può morire in prossimità di Ferragosto , non si può morire quando si ha successo, quando si è belle e brave.

Chiudo Facebook, incasso il colpo, deglutisco e preparo le valigie.

Ma un’ombra di tristezza si è, oramai, intromessa tra me e la mia canonica vacanza di mezza estate.

Mi spiace , certo , sono discretamente sensibile, ma questo peso che si è annidato sulla testa non è soltanto questo.

La mia è paura. È puro timore di una cosa che è successa ad una donna , coetanea , famosa certo, ma come me piena di vita, di progetti e di sogni.

Non è la prima volta che vengo a contatto con notizie del genere, ho conosciuto da tempo la Signora malattia.

Ma l’ossessione morbosa che si è scatenata sui social , che hanno prontamente diffuso ogni minimo particolare sulla vita , sulla lotta , e sulla fine di questa donna, mi ha inquietata .

Potevo , certo, esimermi dal leggere i post, gli articoli ma no…l’ insidiosa curiosità di sapere i sintomi, le cure, le reazioni fisiche e psicologiche di questa giovane donna, che ha reso pubblico il suo dolore, mi ha sopraffatta .

E mentre leggevo sentivo pulsare le tempie, mancare il respiro , annebbiare la vista.

Come siamo fortemente empatici quando ciò che ha colpito un essere umano è una cosa che può colpire te da un momento all’altro? E’ questo che ha reso questa storia , a noi tutti, davvero molto triste.

È stata la storia di Nadia Toffa, giornalista delle Iene, ma ahimè , potrebbe essere la storia di tutti.

E tutti gli esseri umani temiamo il dolore e la morte.

Ciao Nadia…

 

Stefania Avola