Riceviamo e pubblichiamo

“Non mi lascio intimidire e neanche prendere in giro”

Lettera alla redazione inviata da Carmelo Giarrizzo, tecnico della Pro Sport 85 e allenatore del Campione di Salto in Lungo, Filippo Randazzo.

Due recenti episodi della vita pubblica valguarnerese mi hanno colpito lasciandomi un senso di grande amarezza e scoramento in quanto segno inequivocabile del clima di squallore politico e, ancor più grave, sociale verso cui si è avviato da tempo il nostro paese, incapace, peraltro, di dare un benché minimo segno di inversione di rotta da tale deriva.

Gli episodi a cui mi riferisco sono la polemica sull’utilizzo improprio del campo sportivo “S. Elena” e la preannunciata querela al giornalista Arcangelo Santamaria e al sito d’informazione locale Valguarnera.com.

Tali eventi, che a prima vista parrebbero del tutto slegati tra loro, sono, invece, come cercherò di rendere evidente più avanti, il portato “normale” di quella deriva e di quel clima.

Sulla querela nei confronti di Arcangelo Santamaria e di “Valguarnera.com”, non posso che esprimere tutta la mia solidarietà, vicinanza, sostegno morale e, ove possibile e necessario, quello materiale. Ma, allo stesso tempo, sento il dovere di manifestare sdegno e incredulità per il becero quanto stolto tentativo di intimidire chi, per professione, informa la cittadinanza o chi, liberamente e scevro da spirito di parte, manifesta il proprio pensiero critico.

Ma ciò che colpisce maggiormente è il clima che si respira assimilabile a quel “dalli all’untore” di manzoniana memoria. Infatti, dopo ogni esternazione critica, invece che la ricerca del civile dibattito, si preferisce inventare l’“untore” di turno da esporre al pubblico ludibrio, sia esso il “giornalaio” o il “navigatore social” che si è permesso di criticare il “leader maximo”.

Questa china rischia di diventare viepiù pericolosa se, come è già successo, offre il destro a chi, per deficit culturale o scarsa coscienza democratica, si sente quasi autorizzato da certi atteggiamenti “istituzionali” ad assumerne a propria volta di altrettanto rozzi, al punto da passare alle vie di fatto con volgari attacchi verbali o, addirittura, minacce di ritorsioni sul piano fisico.

E qui mi collego all’altro episodio citato in premessa.

A seguito della manifestazione equestre svoltasi alcuni giorni addietro che, come tante altre volte in passato, ha lasciato il campo maleodorante e pieno di escrementi con il corredo dell’invasione di cavalli che volteggiavano non in scarpette da danza ma in zoccoli ferrati sul manto del pistino di atletica leggera, è stato pubblicato un post di protesta per esternare la propria contrarietà verso l’uso indiscriminato ed improprio di un impianto sportivo (l’unico) destinato a ben altre finalità.

Tralascio qui di parlare del gran numero di ragazzi e ragazze che hanno utilizzato e usano tuttora l’impianto di atletica e degli innumerevoli successi sportivi che questi hanno ottenuto. Ma mi preme sottolineare, intanto, la totale indifferenza degli amministratori verso tale scempio che, a scanso di equivoci e tanto per non farmi mancare qualche inimicizia in più, riguarda anche la precedente amministrazione comunale che non si faceva scrupolo di gestire tale impianto in maniera altrettanto scriteriata.

D’altro canto l’attuale amministrazione non ha mai minimamente pensato di dare merito ad un campione come Filippo Randazzo che ha conquistato nove titoli italiani e quattro allori internazionali (forse perché colpevole di gravitare nell’orbita di una associazione evidentemente sgradita). Anzi, si è pensato bene di metterlo nelle condizioni di scappare via da Valguarnera per potersi adeguatamente allenare e provare a realizzare il sogno olimpico in una condizione strutturale ed ambientale più confacente (cosa che è regolarmente avvenuta di recente).

La disastrosa gestione del campo, peraltro, si perpetua già da tempo (e, ripeto, anche con il “sostanziale apporto” della precedente amministrazione) con il campo periodicamente e frequentemente invaso da circhi, luna park, giostre di cavalli, mostre di cani, gimkane, fuochi pirotecnici e chi più ne ha più ne metta. Col risultato di ridurre (sempre quel) l’unico impianto in un putrido e fatiscente campo … di battaglia.

Al contrario, di gestire una corretta manutenzione dell’impianto di atletica leggera, provare a migliorarlo, custodirlo, non si parla.

Anzi no.

Il Sindaco, in risposta alle critiche sull’uso improprio di tale impianto, ha dichiarato che “. . .stiamo lavorando per ripristinare il pistino di atletica. . .” .

E, infatti, il progetto di ristrutturazione del campo sportivo, che ha in cantiere l’attuale Amministrazione, NON PREVEDE ASSOLUTAMENTE IL RIFACIMENTO DEL PISTINO. Una vera e propria bufala.

Scusandomi per la lieve divagazione su un argomento che mi sta a cuore e ricollegandomi alla premessa, volevo sottolineare come nel solco di quel  clima pesantemente incattivito anzidetto, qualcuno che era stato parte attiva nell’utilizzo scorretto del campo e della pista, ha pensato bene di andare a cercare a casa l’autore dei commenti di protesta per esprimergli in maniera “molto chiara” che non aveva gradito le critiche (correttissime a mio avviso) e che quella libera espressione del proprio pensiero era passibile di ritorsioni anche fisiche che, per questa volta, bontà loro, gli sarebbero state risparmiate.

Credo che un generale momento di riflessione sia necessario al fine di correggere il tiro delle proprie azioni e accettare con maggiore tranquillità le critiche costruttive ed il confronto che sono il sale della normale dialettica democratica. Evitare il dibattito, anche acceso ma civile, preferendo  perseguire la via giudiziaria per tacitare chi non condivide le proprie idee o azioni, porta ad un imbarbarimento del tessuto sociale il cui humus potrebbe creare un terreno fertile per ben più gravi conseguenze che, come purtroppo sta succedendo nel più ampio scenario nazionale, renderebbero il paese invivibile.

 

Carmelo Giarrizzo

 

P.S.: Apprendo che domenica 18 agosto si terrà una nuova manifestazione equestre al campo. Tanto per cambiare . . .