Cultura e Società

AD ASTRA con Brad Pitt e Tommy Lee Hooker

REGIA: James Gray
CAST: Brad Pitt, Tommy Lee Hooker, Liv Tyler

Questo film mi è piaciuto, ma so che ha diviso . Molti sono stati un po’ delusi.
Non siamo ai livelli di GRAVITY o di INTERSTELLAR , questo no, ma sicuramente è un film che ha dei pregi e che mi ha dato diversi spunti di riflessione.
Intanto gli effetti speciali sono curatissimi.
La prima scena dell’esplosione in cima a un’altissima antenna spaziale secondo me è fantastica e chi ha le vertigini non riuscirà a guardarla! Molto molto impressionante.
Rimarcabile!
Ma tutto il film è molto ben fatto dal punto di vista della messa in scena “spaziale” e inoltre mi è sembrato che veramente il regista, lo scenografo, il fotografo , lo sceneggiatore abbiano studiato veramente dal punto di vista scientifico quelli che potrebbero essere i futuri scenari che riguarderanno le conquiste spaziali dell’umanità. E questo è un pregio del film.
Anche qui il tema sotteso, ma non troppo, è il rapporto padre/figlio.
Roy (Brad Pitt) infatti è spedito nello spazio verso Nettuno alla ricerca del padre, il,più grande astronauta di tutti i tempi, il numero uno (Tommi Lee Hooker) che era partito trenta anni prima in missione speciale e che poi non era più tornato. Sembra che quella missione abbia provocato danni irreversibili al nostro pianeta, e quindi Roy viene mandato a scoprire cosa è realmente successo.
Per lui si tratta, in realtà, di cercare il padre, quella figura che lo ha abbandonato da piccolo per viaggiare nel sistema solare rischiando la vita e la cui assenza ha scavato in lui un abisso di rabbia e abbandono.

Tanti sono gli spunti di riflessione che mi ha dato questo film:
intanto l’uomo è dipinto come un distruttore di mondi.Dovete vedere come è raffigurata la LUNA, sulla quale, in un prossimo futuro, tutti potranno liberamente andare come si va a Disenyland. È allarmante!

E nel futuro ci sarà ancora il terrorismo, la guerra per il possesso delle risorse naturali, il prevalere delle grandi potenze, dei ricchi sulle masse povere.

Ma il tema che più mi ha colpito è quello della solitudine.
La solitudine di questo figlio abbandonato, di questo padre partito alla ricerca della verità, per scoprire se esistono o no altre forme di vita intelligenti, infine, la solitudine dell’essere umano, che nemmeno le grandi scoperte, le grandi conquiste, possono colmare.
L’uomo è una creatura meravigliosa, fatta per convivere con i suoi simili nella cornice più perfetta dell’universo: la nostra madre terra, che tutti i protagonisti del film, anche quelli nati su Marte, rimpiangono. La nostalgia della creatura.

E infatti nulla nell’universo è più meraviglioso. Per quanto tu possa spingerti oltre, per quanto tu possa conoscere altri mondi, niente è come il nostro mondo.
Non vi svelo il finale, che a molti ha deluso.
Io dico, invece, che in realtà non si sa mai come far finire i film di fantascienza. È così. Perchè ci si è spinti troppo oltre. E poi? Il rischio di finire come una favoletta (i marziani esistono o non esistono?) è dietro l’angolo.
Quindi diciamo che il finale è dignitoso, per me.

Un film sui legami, sulla solitudine, sulla smania di conoscenza dell’uomo, sulla sua cattiveria, molto attuale.
Brad Pitt sa recitare. Bene.

Frase topica finale, prima di intraprendere il viaggio di ritorno verso il nostro pianeta: Brad Pitt, solo nella sua navicella spaziale, prima dell’esplosione atomica che (forse) riuscirà a dargli la spinta per ripartire, guarda fuori e pensa:” mancano solo 2947 migliaia di miglia a casa” Vuole solo questo: non essere più solo. Ci riuscirà a tornare a casa? . Io non ve lo dico di sicuro!
VOTO: 7 al film e 8 agli effetti speciali .

Giovanna Lombardo