Cultura e Società

Ai posteri l’ardua… “sentenza”!

Che ricercare la verità assoluta sia come l’inseguimento ad una chimera è cosa ormai certa.

Ce lo ha suggerito Pirandello fra le righe delle sue opere. “Esistono tante verità ,tante quante sono le persone che ad essa si approcciano” arrivò a dire .

Concetto consolatorio, certo. Ma il rischio è che in una società civile si potrebbe creare caos e anarchia.

Per ovviare a questo, dacchè l’uomo ha creato la comunità, esistono le leggi.

All’interno di questo perimetro, abbastanza vasto, l’uomo si muove.

Il concetto alla spicciola sarebbe  “la mia libertà finisce lì dove inizio a ledere la tua”.

Se  lo fai sei punibile di reato.

Il fatto è che il concetto stesso di libertà è vasto, ed è difficile definirne chiaramente i limiti .

Sulla libertà di azione gli errori sono più evidenti .

Cosa più complessa è la libertà di pensiero, diritto inalienabile.

L’art. 21 della Costituzione proclama “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio  pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione”.

Nella fattispecie esiste un diritto di cronaca ed uno di critica.

Per il primo basta anche una verità “putativa“, a condizione  che il lavoro svolto da chi informa sia stato diligente.

Inoltre la modalità espressiva non deve essere offensiva ed il fatto debba essere di interesse pubblico.

Per il diritto di critica è lecito anche l’erroneo ed  il tendenzioso, poichè esprime una valutazione personale.

La Giuris, infatti, è più tollerante nei confronti di critiche a personaggi politici o noti.

Ai posteri l’ardua… “sentenza”!

Stefania Avola