Cultura e Società

Il ritorno delle “Mini Tavolate” di San Giuseppe

Il Coronavirus non ha fermato la devozione dei valguarneresi nei riguardi di San Giuseppe. A causa dell’emergenza non c’è stata nessuna festa. Le rinomate “Tavolate”, i “m’braculi”, la parata a cavallo e le allegre marce delle bande musicali, improvvisamente sono diventate un dolce ricordo. In chiesa, rigorosamente a porte chiuse, don Enzo Ciulo ha celebrato una messa in onore del Santo. Ma il Covid-19, questo nemico invisibile che sta mietendo migliaia di vittime, non ha scalfito la devozione del popolo valguarnerese. Si è ritornati alle antiche tradizioni, quando non si faceva nessuno sfarzo ma bastava poco per rendere omaggio a San Giuseppe con le cosiddette “Azene”, mini tavolate imbandite in casa con le pietanze tradizionali e con i “pupi” di grano duro. Ieri sono state tante le famiglie valguarneresi che hanno dedicato un angolo delle loro case alle “Azene”. La parola d’ordine è “Restate in casa” e in casa tutto è stato fatto. Si è cucinata la pasta con il miele, si è impastato e infornato il pane, si è realizzato qualche dolce, e poi per decorare le “Azene”, e concludere l’opera è bastata qualche arancia e qualche finocchio per ravvivare il tutto con i classici colori della festa. In casa del pasticcere Totò Mazzagatti e della moglie Rosaria, tutta la famiglia si è messa al lavoro. <<Io e la mia famiglia- racconta Totò- siamo molto devoti a San Giuseppe per tante vicende che ci sono accadute nella vita e che si sono sempre risolte quando ci siamo rivolti con le nostre preghiere a San Giuseppe. Quest’anno per il mio mestiere di pasticcere mi avevano contattato 2 amiche e mi avevano chiesto aiuto per imbandire una “Tavolata”, ma a causa della pandemia tutto è saltato. Io averi anche dovuto portare un “m’braculo” al Santo, per i problemi di salute che sta attraversando mio figlio Calogero. Visto che anche questa mia promessa non si è potuta mantenere, mia moglie Rosaria ha pensato di fare una “Azena” in casa per devozione al Santo e per tenera unita la famiglia in questo momento difficile che tutti noi stiamo attraversando>>. Totò Mazzagatti è il classico “gigante buono” e mentre per telefono ci racconta cosa hanno fatto, si commuove. <<Abbiamo impastato il pane in casa con mia moglie. In casa di mia suocera hanno preparato altre pietanze, così come in casa di alcune amiche e vicini. Tutto, nel massimo della sicurezza e senza nessun contatto tra di noi, è arrivato sulla Tavolata di casa mia. Adesso speriamo che tutto vada e che grazie a San Giuseppe non ci siano più morti e che guariscano gli ammalati. Sappiamo bene che per fare ciò dobbiamo dare il nostro contributo, rimanendo a casa per tornare al più presto ad una vita normale>>.

Arcangelo Santamaria