Cultura e Società

Lanciò in aria una bottiglietta di Coca Cola e sparò…

Negli anni Sessanta, in estate, la scrittrice romana Antonietta (Ninni) Castelli viene più volte a Valguarnera assieme al marito Claudio che appartiene a una vecchia famiglia del paese, quella dei Lo Monaco. Il suocero, l’ing. Peppino è infatti il fratello maggiore del gen. Tomaso Lo Monaco cui è stata recentemente dedicata una “villa” del paese. Claudio, ingegnere come il padre, è molto legato a Vaguarnera che, tra l’altro, gli permette di esercitare la passione per la caccia. La coppia alloggia in un appartamento all’ultimo piano del palazzo appartenente alla famiglia della mamma di Claudio – i Cerri – che si trova di fronte alla Matrice. La scrittrice, mettendosi nei panni del marito, racconta:
E chi riusciva mai a dormire quella notte? I quarti d’ora si rincorrevano all’orologio della Chiesa Madre, ma quello tanto atteso era sempre in ritardo. Finalmente il fischio soffocato di Turi, quasi ultrasuono, mi veniva a cercare a cinque minuti alle quattro – già da dieci ero appostato alla finestrella della soffitta. “Ssssst, ché svegli quelli di casa!” pensavo tra me e me. Ma quel fischio, dopo anni di esercizio, potevo udirlo io solo, e i cani, naturalmente, ché non riuscivo a tenerli a bada. E così, alle quattro in punto aveva inizio la nostra discesa, a confondersi con quella vecchia di secoli dei contadini di quella parte della Sicilia dove tornavo ogni anno per le vacanze.
Venivano giù, i muli, per le strade scoscese del paese, a ritmo cadenzato sui lastroni di pietra lavica, accompagnamento a lungo preparato per i nostri freschi pensieri sullo spartito dei secoli. Se lo zoccolo coglieva il centro della pietra, la nota era appena punteggiata, se invece capitava sulla congiunzione tra due lastre, era allungata a scivolo, come quella del bandoneòn di un tango argentino. Per continuare, clicca qui